Anni di vessazioni

Arenzano, per debiti e racket a fuoco locale e furgone. Due arresti

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Genova. Questa mattina, i Carabinieri di Genova hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari per incendio aggravato, tentata estorsione, tentata violenza privata, favoreggiamento nei confronti di du persone.

Gli arresti di oggi giungono a conclusione di un’indagine avviata nel mese dicembre 2017, dopo che il titolare di un esercizio commerciale di Arenzano, un cittadino marocchino 50 enne residente in Italia da diversi anni, aveva subito un attentato incendiario a seguito del quale era andato completamente distrutto un furgone di sua proprietà parcheggiato nei pressi della sua abitazione.

Il commerciante, che dal 2015 gestisce un negozio di frutta e verdura nel centro della città, aveva già subito a partire dal gennaio 2016 diversi attentati incendiari ai danni di autovetture e dello stesso esercizio commerciale. In tutto 5 episodi: il 20 gennaio 2016 ed il 05.05.2016 l’incendio di due autovetture, il 20.05.2016 ed il 01.07.2016 l’incendio della propria attività ed, infine, il 20.12.2017, l’incendio di un furgone.

A seguito dell’ultimo episodio, le indagini, sia tecniche sia tradizionali immediatamente avviate dai Carabinieri della Compagnia di Arenzano, coordinati dal sostituto Procuratore Federico Manotti della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova, hanno avuto una svolta grazie agli elementi raccolti che hanno permesso di far luce sulla serie inquietante di raid incendiari e ricostruire l’intera.

Vicenda che inizia nel 2015 quando la vittima aveva ottenuto un prestito in denaro da parte di un suo connazionale, conosciuto occasionalmente, per aprire un’attività commerciale di frutta e verdura in Cogoleto , attività poi non avviata in quanto l’uomo aveva deciso, per ragioni di opportunità, di rilevare il 50% delle quote di un’altra società che gestiva il negozio di Arenzano.

Tale scelta aveva causato il risentimento del creditore, al quale più volte la vittima aveva tentato di restituire la somma di denaro ricevuta, senza successo per il rifiuto del creditore che lo aveva anche minacciato di fargliela pagare per il torto subito, rinfacciandogli la mancata operazione commerciale di Cogoleto

Contemporaneamente l’uomo avrebbe commissionato a persone al momento rimaste ignote la serie di attentati incendiari che erano culminati nel maggio e luglio 2016 nell’incendio del locale e che avevano costretto il commerciante, per paura di ulteriori ritorsioni, a cedere ad ulteriori ed insistenti richieste: una sorta di protezione entrando come socio occulto nella società prestandogli la somma di 20.000 euro e obbligandolo a versargli una somma mensile di 500 euro nei mesi invernali e 600 in quelli estivi.

A causa però di alcune difficoltà economiche, nel novembre 2017 non era riuscito più a pagare quanto pattuito e per questo gli era stato proposto di cedergli l’attività ad un prezzo ritenuto non conveniente e vantaggioso. Il rifiuto aveva provocato la ritorsione: una notte le fiamme hanno distrutto il furgone della vittima.

Ai primi di gennaio 2018, il commerciante ormai disperato e senza via d’uscita, con il timore di essere oggetto di altri episodi di ritorsione, aveva deciso di rivolgersi ai Carabinieri raccontando tutta la vicenda e denunciando il suo estorsore.

Quest’ultimo, venuto a conoscenza del suo comportamento, con l’intermediazione del secondo arrestato che tra l’altro dal novembre 2017 era stato assunto dalla vittima come guardiano del negozio per evitare altri raid, aveva successivamente tentato, minacciandolo di ulteriori conseguenze, di costringerlo a ritirare la denuncia contro di lui, non riuscendovi.

Dopo circa due mesi d’indagine, grazie al lavoro degli investigatori dell’Arma, il Tribunale di Genova ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico di M.E. per i reati di incendio aggravato continuato, tentata estorsione e tentata violenza privata e disposto nei confronti di S.S. il divieto di dimora in Arenzano e Cogoleto con obbligo di permanenza in casa nelle ore notturne per tentata violenza privata, in concorso con M.E., e favoreggiamento personale.

Questa mattina all’alba il blitz dei militari dell’Arma che hanno eseguito presso le abitazioni dei due destinatari le misure cautelari e una serie di perquisizioni domiciliari a carico anche di altro soggetto indagato a piede libero che hanno permesso di sequestrare ulteriore documentazione ritenuta utile ai fini dell’indagine.

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