Verso il processo

Tangenti per il Terzo valico, tra gli indagati anche Ercole Incalza e Andrea Monorchio

Chiuse le indagini. Tra gli indagati, oltre ai funzionari del Cociv arrestati due anni fa anche Pietro Salini, Stefano Perrotti e Andrea Monorchio

incalza monorchio

Genova. Ci sono anche Ercole Incalza, ex capo della struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio tra i 36 indagati per corruzione e turbativa d’asta nell’ambito della maxi inchiesta sulle tangenti per il terzo valico ferroviario. I due erano già stati coinvolti nell’inchiesta della procura di Firenze sulla Tav (Incalza nel frattempo è stato però prosciolto dalle accuse).

Tra gli altri indagati eccellenti, i sostituti procuratori Paola Calleri e Francesco Cardona Albini coordinati dal procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati hanno chiesto la chiusura delle indagini fra gli altri anche per Giandomenico Monorchio, figlio di Andrea (proprietario ed amministratore della società “SINTEL Engineering s.r.l.”), Stefano Perotti (amministratore di fatto della società ”Ingegneria S.P.M. s.r.l.)e Pietro Salini (amministratore delegato di Salini – Impregilo s.p.a detenente la partecipazione di maggioranza nel consorzio Cociv). Le accuse sono, a vario titolo, di turbativa d’asta e corruzione.

 Secondo l’accusa l’alta velocità ferroviaria che collega Milano e Genova, sarebbero stati assegnati a imprenditori amici in cambio di mazzette, ma anche regali, assunzioni di amici e serate con escort. I magistrati, nell’avviso di conclusione indagini, riportano il caso dell’ex presidente di Cociv (general contractor affidatario delle opere) Michele Longo che riceve da Perotti “due oggetti di valore” da Perotti e l’assunzione di un amico nella strauttura di direzione dei lavori del Terzo valico sempre da Perotti e da Giandomenico Monorchio in cambio dell’assegnazione di alcuni appalti.

Tra gli indagati che erano finiti ai domiciliari due anni fa dopo l’indagine della guardia di Finanza ci sono l’ex presidente di Cociv Michele Longo e il suo vice Ettore Pagani. In tutto erano stati 14 i manager e imprenditori arrestati. Quattro di loro nella primavera di quest’anno hanno scelto di patteggiare la pena. Si tratta dell’ex direttore dei lavori del Cociv general contractor per la realizzazione dell’opera Pietro Marcheselli, e il responsabile degli appalti Maurizio Dionisi. Entrambi hanno patteggiato due anni. Antonio Giugliano, titolare della Giuliano costruzioni, ha concordato 2 anni e 80 mila euro di sanzione oltre a una confisca da 147 mila euro in capo alla società, mentre Giuseppe Petrellese, tuttofare della Giuliano costruzioni, ha concordato 1 anno e 11 mesi.

Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato in questi giorni a tutti gli indagati, emergono ulteriori episodi oltre a quelli già noti della turbativa d’asta e della corruzione a vario titolo per il lotto Pozzolo, il lotto Libarna, il lotto Serravalle e la galleria di Cravasco di cui Genova24 scrisse a suo tempo ampiamente per esempio in questo articolo e in questo).

Nell’Acip emerge per esempio come la direzione dei lavori del terzo valico sia stata assegnata alle imprese di Perotti e Giandomenico Monorchio indicendo di fatto due volte la gara (la prima volta l’offerta del tandem Ingegneria Spm e alla Sintel era stato la peggiore offerta) e fornendo agli imprenditori amici informazioni riservate sulle offerte degli altri partecipanti per consentirgli di formulare al secondo giro l’offerta migliore. Sempre a un’azienda di Perotti (in questo caso la Vertical Pmc) secondo la Procura di Genova viene affidata la fornitura di un software di gestione dei processi di qualità, ambiente e sicurezza attestando falsamente che il valore della fornitura è di 323 mila euro in modo da eludere l’obbligo di una gara comunitaria e poi assegnarla alla Vertical per 930 mila euro.

Ancora, gli indagati, tra cui Incalza e Andrea Monorchio, turbano il procedimento per l’affidamento del servizio di controllo qualità di cantiere e assistenza all’applicazione del sistema gestione qualità per affidare a Ingegneria Spm e Sintel srl: si tratta in questo caso di un appalto del valore di 3 milioni di euro “attestando falsamente – scrivono i pm – che quel servizio non poteva essere scisso dalla direzione lavori”.

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