Genova. Se a Cornigliano esultano, a Sampierdarena si preparano alla battaglia. Perché se ancora non c’è nulla di sicuro è vero però che la notizia della determina dirigenziale firmata negli uffici del Comune di Genova e che – come riporta stamani l’edizione genovese de Il Giornale – indica una sostanziale compatibiità tra il progetto del porto petroli sotto la Lanterna e il Puc lascia aperta aperta la strada per quell’opzione.
Che piace alle aziende (l’ad della Superba di Pegli Alessandro Gentile la sposorizza appieno, ad esempio), che piace ad Autorità portuale (che non a caso aveva chiesto al Comune di esprimersi a riguardo nell’ultima commissione in materia), che piace ai comitati di Cornigliano, contrari alla collocazione nel loro quartiere di una nuova azienda impattante. Ma non a quelli di Sampierdarena, né al neopresidente di municipio Renato Falcidia che, interpellato in materia, non se la sente di imbastire una potenziale polemica contro un Comune del suo stesso colore politico ma che cita se stesso: “L’ipotesi non ci convince”.
La collocazione del petrolchimico al posto del carbonile dell’ormai ex area Enel, suggerita e appoggiata in passato dall’ex assessore della giunta Doria e oggi consigliere dell’opposizione a Tursi Stefano Bernini (Pd), che oggi è in aria di “ve l’avevo detto”, sarebbe possibile perché, se è vero che la dichiarazione di compatibilità è subordinata alla condizione che l’impianto non comporti rischi di incidente rilevante in ambito urbano, è anche vero che un impianto come quello che troverebbe spazio sotto al simbolo di Genova avrebbe un rischio solo interno allo stesso e sarebbe distante a sufficienza da aree abitate.
E’ proprio Stefano Bernini, nonostante la sostanziale benedizione al progetto, a sottolineare come, forse, una questione del genere avrebbe potuto essere affrontata in sedi politiche. “Sarebbe opportuno prendersi la responsabilità politica di una scelta del genere, non limitarsi a far firmare delle carte a dei dirigenti”.
E’ solo l’inizio di un processo. Diciamo, uno scoglio in meno che l’opzione, se dovesse essere percorsa, incontrerebbe sul suo cammino. Ma è nettamente contrario, e più che nel metodo proprio nel merito, il Movimento 5 Stelle. “No senza se e senza ma al petrolchimico alla Lanterna – scrive il consigliere regionale Marco De Ferrari – Quell’area va restituita alla cittadinanza, preservata e riqualificata in un’ottica sostenibile e di sviluppo economico attraverso la realizzazione di un parco-museo delle energie rinnovabili”. Questo tema approderà presto in consiglio regionale con una mozione presentata dai grillini.
Tornando al Partito Democratico, il gruppo in consiglio municipale Centro Ovest e il coordinamento Pd Sampierdarena e San Teodoro, attaccano: “Non si tiene conto dell’impatto che il petrolchimico avrebbe sulla salute dei cittadini e sull’inquinamento dell’aria, il nostro territorio già subisce il grosso problema dei fumi del porto, l’impatto con il terminal traghetti, il rischio di incidenti non è compatibile con il milione di persone che frequentano all’anno il terminal e l’impatto sui possibili investitori, i quali non si insedierebbero mai vicino a un polo del genere. Occorre rivolgere i nostri spazi a disposizione ad imprese con il minor impatto ambientale e di rischio di incidente rilevante”.
Anche un’associazione del territorio come Le Officine Sampierdarenesi ha già promesso battaglia nel caso le istituzioni vorranno andare avanti con una soluzione che, a suo tempo, venne bocciata anche dall’ex commissario dell’Autorità portuale Pettorino. Per non parlare delle dichiarazioni dello stesso sindaco Marco Bucci. Il settembre scorso aveva affermato: “Se spostassimo i depositi petrolchimici Carmagnani e Superba da Multedo sotto alla Lanterna tutti gli abitanti di Sampierdarena non sarebbero felici, a me va bene quando la città è felice, dobbiamo trovare un posto che vada bene a tutti”. L’opzione preferita dal sindaco, e non ne ha mai fatto mistero, era invece quella delle aree ex Ilva.