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Diportisti fuorilegge, Liguria prima per violazioni al codice della navigazione

Secondo i dati raccolti da Goletta Verde la nostra regione è quella dov’è si registrano il maggior numero di infrazioni.

Controlli yacht capitaneria
Foto d'archivio

Chiavari.  Settimo posto in Italia per le infrazioni, terzo nei reati legati alla pesca di frodo, e primato nel Paese per le violazioni accertate al codice della navigazione. Sono alcuni dei dati riguardanti la Liguria presentati in Mare Monstrum 2018, il dossier di Legambiente basato sul lavoro delle Forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto, presentato in occasione della partenza della Goletta Verde, la storica campagna a tutela del mare e delle coste italiane.

L’assalto ai mari e alle coste italiane non conosce sosta, crescono i reati contestati dalle forze dell’ordine: nel 2017 sono state 17 mila le infrazioni contestate, oltre 46 al giorno, con un incremento rispetto all’anno precedente dell’8,5%. Anche per quanto riguarda la Regione Liguria, le minacce sono sempre le stesse, a partire dalla maladepurazione che in Italia continua ad essere un’emergenza irrisolta. E se gli scarichi illegali riguardano un abitante su quattro di questo Paese, non va meglio sugli altri fronti: tonnellate di rifiuti, nella stragrande maggioranza plastiche non gestite correttamente, continuano a finire in mare e invadere le spiagge italiane; il cemento abusivo che non viene demolito e che invade anche i tratti costieri di maggior fascino del Belpaese. I reati principali l’illegalità nel ciclo del cemento, l’inquinamento delle acque e del suolo, la pesca di frodo, e le violazioni al codice della navigazione.

“Il sistema di depurazione complessivo della Liguria non è adeguato agli insediamenti degli agglomerati urbani, e soprattutto all’incremento di popolazione che la stagione turistica comporta sulle coste – commenta Federico Borromeo, direttore di Legambiente Liguria – purtroppo Rapallo e Albenga sono sotto infrazione per la depurazione delle acque, anche se ci conforta il fatto che qualora i nuovi depuratori dovessero essere realizzati correttamente, e su questo vigileremo, il problema andrebbe a risolversi. Più in generale la realizzazione dei depuratori previsti dai piani della città metropolitana e delle province liguri non devono subire rallentamenti, perché buone acque garantiscono una buona qualità della vita dei residenti, e un’opportunità per il sistema turistico”.

La Regione si piazza al settimo posto in Italia per infrazioni totali accertate (il 7,6% del totale nazionale) nel 2017, con 1467 persone denunciate e arrestate, 175 sequestri effettuati. Se prendiamo in considerazione le infrazioni accertate per i km di costa, un raffronto esplicativo al fine di comprendere la portata dei reati rispetto alle dimensioni dei territori, la Liguria scende al nono posto della graduatoria nazionale, con 3,7 infrazioni per chilometro. 

Se nelle illegalità riguardanti il ciclo dei rifiuti e nel ciclo del cemento la Liguria si piazza in media con la graduatoria generale (rispettivamente al 9° e all’8° posto in classifica), nella pesca di frodo la Regione sale di una posizione rispetto all’anno precedente, salendo sul gradino più basso del podio, con 502 infrazioni accertate (il 10,7% del totale), 495 persone arrestate e denunciate, e 16 sequestri effettuati dalle autorità competenti. Nel 2017 sono state sequestrate 43,6 tonnellate di prodotti ittici: 41,4 tonnellate riguardano pesce, caviale, salmone, tonno rosso e datteri; 2,1 tonnellate di crostacei e molluschi e 19,2 kg di novellame.

Capitolo a parte merita la navigazione fuori legge, dove la Liguria risulta la prima regione in Italia con 403 infrazioni accertate (il 13,8% del totale), 395 persone arrestate e denunciate e 25 sequestri effettuati. Il dato nazionale rappresenta il 17,1% del peso sul totale delle illegalità censite, ma cresce di quasi il 30% rispetto allo scorso anno, stando ai numeri delle Forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto che vigilano su queste attività. Ci sono i diportisti incapaci e ci sono i pirati del mare, che viaggiano sui propri natanti sprezzanti delle regole e della vita delle persone che incrociano lungo la loro rotta.

“Siamo purtroppo i primi in Italia per le infrazioni accertate – evidenzia Federico Borromeo – ma questo dato ci suggerisce anche che il meccanismo dell’accertamento funziona, il lavoro delle forze dell’ordine può contribuire al miglioramento sostanziale di tutto il sistema. Il basso dato relativo al numero dei sequestri, inoltre, ci dice che gli abusi potranno essere corretti da una forte azione culturale che dobbiamo intraprendere, e in questo senso abbiamo rinsaldato quest’anno la nostra sinergia con la Lega Navale. Stesso ragionamento vale per i dati relativi alla pesca di frodo”.

Il 2017 registra un vero e proprio boom di sequestri in Italia, segno che l’attività repressiva ha dato un giro di vite significativo: i natanti tolti dalle mani dei diportisti sono stati 760, contro i 78 dell’anno precedente, con un incremento dell’874,4%.

Motoscafi e moto scooter sono i principali imputati: solcano le onde introducendosi in aree off limits di delicati ecosistemi, come quelli delle aree marine protette, oppure navigano troppo vicino alla costa, mettendo in serio pericolo la vita di inconsapevoli bagnanti.

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