Il caso

Convegno Foibe, grande menzogna. Il municipio Ponente revoca la concessione della sala

Il presidente Chiarotti (Pd): "Per spegnere polemiche ed evitare strumentalizzazioni" dopo le critiche sollevate da Lega e Fratelli D'Italia

piazza bignami municipio ponente

Genova. “Visto il continuo divampare delle polemiche e le strumentalizzazioni che stavano nascendo ho deciso di revocare la concessione della sala del municipio al convegno”. Claudio Chiarotti, presidente Pd del municipio Ponente, a Genova, spiega il suo repentino cambio di rotta in merito alla concessione di uno spazio pubblico nel quartiere di Pra’ all’incontro Foibe, la grande menzogna, organizzato dall’Osservatorio antifascista permanente. “Ho parlato con gli organizzatori e hanno capito – afferma Chiarotti – abbiamo voluto evitare di cadere in una trappola”.

Ieri sera, la vicenda della concessione della sala al convegno, aveva scatenato la reazione di Lega e Fratelli D’Italia. Alle critiche di esponenti locali del Carroccio – “Incontro ignobile e infamante”, lo ha definito la capogruppo in Comune Lorella Fontana – si sono unite quelle di Ignazio La Russa: “Ennesimo sfregio alla memoria. Mi chiedo come il presidente del municipio possa accettare un’iniziativa così vergognosa e dal sapore negazionista”.

Claudio Chiarotti ha scelto di fare un passo indietro, evitando situazioni surreali come quelle accadute al municipio Medio Levante (retto dal centrodestra) nell’aprile scorso quando, dopo una serie di polemiche, il circolo culturale Il Ramo D’oro, vicino a movimenti di ultradestra come Casapound o Lealtà Azione, firmò una dichiarazione in cui si leggeva che “le attività dell’associazione si conformano al rispetto della dignità e della libertà di ogni persona, dei valori antifascisti, non violenti, antisovversivi, antiterroristici antieversivi […]“ per poter disporre della sala del municipio e del patrocinio dello stesso senza contravvenire alla mozione votata dal consiglio comunale genovese il 23 gennaio e che, appunto, vietava il supporto istituzionale ad attività che fossero eversive dei valori democratici e repubblicani.

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