Genova. L’annuncio di presentarsi martedì alle 19 a corte Lambruschini, sotto la sede della Sampdoria, indossando la maglia blucerchiata, è stato raccolto da circa 500 persone, che per poco meno di un’ora, hanno cantato e motivato la loro presenza al megafono.
L’obiettivo era protestare contro il presidente Massimo Ferrero. “Ferrero non ci rappresenti“, questo lo slogan scelto dalla tifoseria organizzata blucerchiata (Cattivi Maestri, Fedelissimi, Federclubs, Fieri Fossato, Molesti, Struppa 86, Ultras Tito, Valsecca). “La nostra maglia è ciò che ci rappresenta da 72 anni, non di certo chi negli ultimi 4 anni ha spesso perso l’occasione di stare zitto, sminuendo e ridicolizzando oltre che la Sampdoria tutto l’ambiente che la circonda”, si leggeva nel comunicato di convocazione della protesta.
La “scintilla” tra la tifoseria organizzata e Ferrero, molto naif nelle sue esternazioni, non è mai scattata, ma, goccia dopo goccia, il vaso è traboccato proprio dopo Sampdoria-Napoli, quando il presidente, che durante la sospensione momentanea per cori di discriminazione territoriale, era stato contestato dopo essere entrato in campo nel tentativo di sedare la situazione. Al termine della gara Ferrero si era lasciato andare “sono quattro scappati di casa” aveva detto in riferimento a coloro che lo avevano fischiato.
I tifosi sono stati di parola: la contestazione è stata unicamente rivolta a Ferrero, fuori da tutto sia la squadra sia gli altri dirigenti.