Cultura

Torna la Storia in piazza, dal 12 aprile laboratori, convegni e reading per parlare di “rivoluzione”

Dall'ottobre russo a oggi, il tema torna di attualità con l'appuntamento a palazzo Ducale

Sedi istituzionali e palazzi del governo

Genova. Si chiama “Rivoluzioni”, l’evento promosso da Palazzo Ducale-Fondazione per la cultura di Genova, attraverso dialoghi, reading, mostre e laboratori dal 12 al 15 aprile, giorni in cui si svolgerà la nuova edizione de La storia in piazza.

Il tema, decisamente impegnativo, è introdotto dallo storico e filologo Luciano Canfora che de ‘La storia in piazza’ e’ anima pensante. “Ora che è trascorso un secolo dall’Ottobre russo e un quarto di secolo dall’epilogo della vicenda che si è aperta nel 1917 una considerazione si impone: è da ben più di un secolo che si replica la stessa ‘rivoluzione’. Ciò che cambia è il lessico, conforme alle singole epoche”. Per Franco Cardini la parola ‘rivoluzione’ “è una parola che fa bruciare o che agghiaccia il sangue nelle vene”. Secondo Canfora, ‘rivoluzione’ è il “tentativo reiterato e costante di instaurare maggiore giustizia e uguaglianza”.

La rassegna si apre il 12 aprile alle 18.30 con una lectio magistralis di Luciano Canfora seguita da un intervento di Moni Ovadia e prosegue con interventi che indagano i vari aspetti e momenti storici delle rivoluzioni. Dalla figura di Costantino alla vicenda di Pugacev, la rivoluzione industriale e quella musicale fino a quella della moda, l’Islam, la Comune di Parigi, il giacobinismo.

Da segnalare un’altra lectio magistralis che si trasforma in occasione da non perdere: quella di Gustavo Zagrebelsky su ‘Rivoluzione e costituzioni’ prevista per il 14 aprile. Tanti i relatori: tra questi Alain Schnapp e Michel Delon (entrambi il 14 aprile), Alessandro Barbero (il 15 aprile), Luciana Castellina (15 aprile), Gilles Pe’cout (il 15 aprile), Silvio Pons (il 14 aprile). Vere e proprie lezioni senza inutili didascalismi, scevre da birignao intellettuali, opportunità per capire che si accompagnano a bellissime mostre (una su tutte ‘L’esercito di porcellana’, una installazione delle statuette prodotte in Cina negli anni ’60 per contribuire al culto di Mao), laboratori, corsi di formazione.

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