Tormentone

Il Comune di Genova concede il patrocinio a Bibbia Expo, ed è ancora polemica

"Evento culturale e non divisivo", dice l'assessore Elisa Serafini. Sullo sfondo il no agli organizzatori del Liguria Pride (ma le cose potrebbero cambiare)

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Genova. Forse in futuro il Comune di Genova riuscirà a stilare un elenco piuttosto schematico e chiaro su quali siano le iniziative per cui si potrà concedere un patrocinio, e quali no. (Ieri la proposta di definire preventivamente la natura degli eventi è stata oggetto di un ordine del giorno approvato all’unanimità). Per ora, però, bisogna continuare a fare i conti con polemiche, di vario tenore, come quelle riguardo il Liguria pride (e altre iniziative contro l’omofobia) o il Ramo d’Oro (circolo culturale vicino a Casapound).

L’ultimo caso riguarda “Bibbia Expo, viaggio nella storia e nella cultura della Bibbia”, una mostra – gratuita – che si svolgerà dal 19 al 25 aprile in piazza Caricamento sotto una tensostruttura e che sarà – come si legge nella locandina di presentazione – patrocinata dal Comune di Genova. All’inaugurazione, oltre ad autorità religiose, parteciperà l’assessore alla Cultura Elisa Serafini.

L’evento è organizzato a seguito del quinto centenario della riforma protestante dall’Unione italiana delle Chiese cristiane avventiste del settimo giorno, in collaborazione con la società biblica in Italia. La mostra è stata presentata già in altre città – Roma, Milano, Altamura – senza però il patrocinio dei rispettivi comuni.

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Sui social network il tam tam è già iniziato. Il senso di molti interventi è semplice: perché il Comune non ha concesso il patrocinio al gay pride perché divisivo, è invece concede il patrocinio a un’iniziativa organizzata da un movimento religioso? Cosa dovrebbero pensare i fedeli di altre religioni? O gli atei?

La risposta prova a darla l’assessore Serafini che senza sostituirsi al Gabinetto del sindaco (la struttura che decide se concedere il patrocinio o no) spiega che: “Il discrimine è se un’iniziativa sia divisiva o offensiva, in questo caso si parla di un evento culturale”. Il Comune ha patrocinato anche eventi organizzati dalla comunità induista e dai Bahai, una minoranza religiosa iraniana.

Anche Eugen Havresciuc, il pastore della Chiesa cristiana avventista del settimo giorno a Genova, nonché tra i gli organizzatori della mostra, prova a spiegare perché Bibbia Expo non sia un evento “divisivo”: “La Bibbia ha ispirato la cultura e l’arte di molti popoli – dice – il corano contiene diverse parti della bibbia ebraica. Quindi questo libro potrebbe essere usato per avvicinare ebrei, cristiani e musulmani, se inteso come un patrimonio comune a cui tutti attingiamo, dono all’umanità e non patrimonio di una religione o confessione religiosa”. Insomma non un’occasione di scontro, ma di dialogo: nei diversi stand espositivi saranno in mostra versioni antiche della Bibbia e alcuni diorami, ma anche una riproduzione in miniatura degli arredi dell’antico Tempio di Gerusalemme, quella della moschea di Omar.

Resta un interrogativo. Se al Liguria Pride è stato negato il patrocinio perché “offensivo oltre che divisivo” (il sindaco ancora recentemente ha fatto riferimento a lamentele espresse da alcuni cittadini su alcuni costumi provocatori visti sfilare al corteo della scorsa estate), perché non concedere invece il patrocinio a un evento sicuramente non offensivo né divisivo come la ColorataCena, il 17 maggio, in occasione della giornata mondiale contro la transfobia? Venerdì ci sarà un nuovo incontro tra il primo cittadino e il coordinamento Liguria Pride: non è escluso possano esserci dei dietrofront da parte dell’amministrazione comunale.

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