Palazzo tursi

Tensione in maggioranza, sul voto al regolamento di polizia urbana scontro tra Bucci e Lilli Lauro

La consigliera avrebbe paventato l'astensione e il sindaco avrebbe minacciato di toglierle le deleghe ai rapporti istituzionali. La crisi si è ricomposta in pochi minuti

lilli lauro

Genova. Tensione in maggioranza oggi in consiglio comunale a Genova durante la discussione della delibera di modifica del regolamento di polizia urbana che introduce, per esempio, multe per chi rovista nei cassonetti dell’immondizia. Poco prima della votazione in aula il consigliere di Forza Italia Mario Baroni ha chiesto una breve sospensione per permettere lo svolgimento di una riunione di maggioranza.

Dopo pochi minuti è iniziata a circolare la voce che Forza Italia potesse votare contro il provvedimento, nonostante fosse stato accolto un emendamento cruciale proposto dal capogruppo Mario Mascia (quello che di fatto esclude la multa a chi rovisti nei cassonetti in cerca di cibo per sfamarsi). Al ritorno in aula, però, lo stesso Mascia ha preso parola per la dichiarazione di voto e ha confermato il sì alla delibera.

Che cosa è successo quindi nel corso della riunione lampo? E perché è stata convocata? La causa scatenante sarebbe stata la possibilità ventilata da Lilli Lauro, consigliera comunale e regionale, e coordinatrice provinciale di Forza Italia, di astenersi dal voto e di spingere a fare lo stesso tutto il gruppo. Le ragioni sarebbero da ricondursi in parte a una volontà di astensione avanzata dallo stesso Baroni – e Lauro esigeva compattezza su temi sociali di questa portata – ma in parte anche alla bufera che si è alzata negli ultimi giorni dopo le dichiarazioni, solo in parte smentite, del suo collega di partito e coordinatore regionale di Forza Italia Sandro Biasotti sulla tenuta della maggioranza in Regione.

L’ipotesi dell’astensione, comunque, avrebbe fatto scattare uno scontro acceso, anche se ricomposto in fretta, tra Lilli Lauro e il sindaco Marco Bucci che ha in mano la delega della consigliera ai rapporti istituzionali e avrebbe minacciato di togliergliela. Alla fine la maggioranza si è espressa compatta per il sì, 25 voti su 25.

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