Chiesti chiarimenti

Nuove attività su aree Ilva? La Fiom: “Il sindaco chiarisca, su quelle aree c’è accordo di programma”

Nei progetti del sindaco a Cornigliano dovrebbe andare il polo petrolchimico. Ma non si sa esattamente dove

ilva dall'alto

Genova. “Per le aree soggette all’accordo di programma (1.100.000 mq) firmato da tutte le istituzioni locali, da Governo e organizzazioni sindacali nel 2005 nessuna modifica è possibile senza la volontà di tutti i soggetti firmatari. L’Accordo di Programma ha garantito fino ad oggi industria, ambiente, reddito ed il posto di lavoro dei dipendenti Ilva. Quindi quando il sindaco parlare di interventi su presunte aree ex Ilva chiarisca a cosa si riferisce”. La nota arriva dal Fiom Cgil e il messaggio è piuttosto chiaro.

Nei giorni scorsi delle aree ex Ilva o Ilva si è parlato parecchio, soprattutto a proposito dell’opzione sullo spostamento del polo petrolchimico, ipotesi che piace al sindaco Bucci e decisamente meno ai comitati di Cornigliano ma anche alle forze politiche di opposizione, dal Pd al M5S.

Ma di quali aree si sta parlando? La Fiom, lungi dal nominare Carmagni e Superba perché l’obiettivo non è certo quello di instaurare una querelle con altri lavoratori chiede però chiarezza: “A quali aree si riferisce il sindaco?” si domanda il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro. “Se si tratta di aree davvero ‘ex’ Ilva come quelle attualmente occupate da Spinelli, non è un problema nostro e non ci mettiamo becco. Se si tratta invece di aree che attualmente sono di proprietà di Ilva ricordiamo a tutti che la Regione Liguria, il Comune di Genova, la Prefettura di Genova, Il Governo, la Confindustria, l’Autorità Portuale e le Organizzazioni Sindacali hanno recentemente riconfermato la validità di tale Accordo e qualsiasi ipotesi di intervento sulle aree Ilva fuori da quell’intesa è pura fantasia”.

E’ evidente che la Fiom- ma anche Fim e Uilm che hanno inviato una lettera al sindaco Bucci chiedendo chiarimenti – sia quantomeno sorpresa da dichiarazioni e indiscrezioni sulla stampa rispetto ad aree per le quali i sindacati dovrebbero essere quantomeno coinvolti. A maggior ragione in una situazione in cui la trattativa Ilva a livello nazionale naviga in una palude mentre a livello locale, gli incontro tra Mittal e la Regione – dopo un primo confronto in cui la multinazionale dell’acciaio aveva detto di essere interessata alla “maggior parte” delle aree – si sono inspiegabilmente interrotti.

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