Regione liguria

Agricoltura, ecco le nuove linee guida per sviluppo, tutela e valorizzazione delle produzioni biologiche

Con i nuovi criteri, la costituzione di un distretto del biologico è vincolata a precisi requisiti territoriali che coinvolgano operatori biologici certificati pari ad almeno il 13% del totale regionale

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Foto d'archivio

Genova. Approvate dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai, le nuove linee guida per lo sviluppo, la tutela, la qualificazione e la valorizzazione delle produzioni biologiche liguri.

“Attraverso i distretti biologici – spiega l’assessore Mai – vogliamo promuovere e valorizzare quelle produzioni di qualità certificate, caratterizzate da un forte legame con il territorio, un elevato contenuto di tipicità e di cultura locale, puntando soprattutto sullo sviluppo delle filiere. La riconoscibilità della qualità delle produzioni, anche da parte del consumatore finale, è fondamentale per tutelare i nostri allevatori e imprese agricole. I nuovi criteri sono stati condivisi con il presidente del Biodistretto della Val di Vara Alessandro Triantafyllidis”.

Oggi in Liguria, l’unico distretto del biologico è nel Comune di Varese Ligure e nell’Alta Val di Vara, dove insiste la maggiore presenza di produttori a livello regionale: il 31% del totale della Liguria.

Con i nuovi criteri, la costituzione di un distretto del biologico è vincolata a precisi requisiti territoriali che coinvolgano operatori biologici certificati pari ad almeno il 13% del totale regionale. L’incidenza percentuale delle aziende biologiche del distretto deve essere superiore ad almeno il 4% della media regionale e nazionale, mentre la superficie contigua minima prevista è di 250 chilometri quadrati.

“Sicuramente il biologico può rappresentare un’opportunità per i nostri produttori del settore zootecnico sia dal punto di vista della redditività sia della compatibilità con l’ambiente – spiega l’assessore Mai – siamo consapevoli, comunque, dei vincoli che il biologico comporta e delle caratteristiche che devono avere colture e allevamenti, che, in un territorio difficile come quello ligure, non sempre si riescono a individuare. Come Regione vogliamo fornire tutti gli strumenti alle imprese e ai produttori che scelgano questa strada di poterla intraprendere nel miglior modo possibile, attraverso la promozione e il sostegno finanziario con i bandi Psr dedicati al comparto”.

Con i nuovi criteri, ogni distretto potrà avere un Cda con un massimo di 7 componenti e dovrà avere un programma sullo sviluppo e sugli obiettivi.

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