Genova. Il porto di Genova ha in alcune occasioni affiancato e in qualche caso sostituito lo scalo di Gioia Tauro per quanto riguarda il traffico degli stupefacenti controllato dalla ‘ndrangheta proveniente dal Sud America. E’ quanto è emerso stamani durante la presentazione dei dati del primo semestre 2017 da parte del capocentro della Direzione investigativa antimafia della Liguria colonnello Sandro Sandulli.
“Già la Commissione antimafia aveva indicato la Liguria come la sesta provincia calabrese individuando nei porti della Liguria aree sensibili nelle quali la ‘ndrangheta ha spostato le zone di sbarco dello stupefacente – ha detto Sandulli – Non a caso durante due sequestri di droga sono stati arrestati anche due latitanti della cosca Bellocco. Evidentemente se la ‘ndrina di riferimento ha ritenuto di far presenziare lo sbarco a un latitante questo è un elemento importante”.
L’attenzione per la Liguria viene confermata anche dal procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho che in un convegno a novembre sugli stati generali di lotta alla mafia aveva definito la Liguria “sorvegliata speciale” proprio a causa della centralità del porto per il traffico della droga i cui proventi vengono poi reinvestiti in altre attività.
Conferme circa la centralità del porto di Genova arrivano anche dalla direzione distrettuale antimafia con le indagini condotte in particolare dai pubblici ministeri Federico Manotti e Alberto Lari. Nel porto di Genova sono stati sequestrati in varie riprese negli ultimi cinque anni in tutto oltre mezza tonnellata di cocaina e arrestate una quindicina di persone. In due delle indagini è emersa chiaro il legame con la ‘ndrangheta: in un caso con la cosca Bellocco e in un altro con la cosca Alvaro.
Oltre al porto di Genova le indagini della direzione distrettuale antimafia puntano l’attenzione su un secondo porto ligure: quello di Vado: dal 2012 ad oggi i sequestri – seppur con quantitativi minori rispetto a Genova – sono stati oltre una decina ma in questo caso la criminalità organizzata è riuscita a non farsi sorprendere e le indagini sono rimaste a carico di ignoti.
Nel rapporto della Dia si viene citata l’ultima in ordine di tempo di queste operazioni: “Il potenziale criminale di tali cellule si compendia e integra con il redditizio traffico di stupefacenti, in particolare cocaina, condotto sfruttando le opportunità logistiche offerte dagli scali marittimi liguri. Tale modus operandi ha trovato una significativa conferma nell’operazione “Provvidenza”95, eseguita nel mese di maggio dall’Arma dei Carabinieri nei confronti di un sodalizio attivo tra la Calabria, il nord del Paese e gli USA. Il gruppo, espressione delle cosche Piromalli e MOLÈ, aveva organizzato un vasto traffico di cocaina dalla Colombia, attraverso gli scali portuali di Rotterdam, Gioia Tauro e, appunto, Genova. È un panorama criminale complesso, dove non sono mancati casi di infiltrazione nella pubblica amministrazione, cui è corrisposta una altrettanto incisiva azione di contrasto”.