Genova. L’invasione è tornata. I robot del collettivo di artisti Labadanzky hanno fatto la loro ricomparsa in città. E se nei giorni scorsi c’era chi aveva avvistato un semaforo “travestito” da Mazinga Z, nella zona di Brignole, oggi le macchine di “arte maleducata” (unpolite machine, si legge su un adesivo, unico indizio lasciato dagli autori), sono sbarcate in piena city.
Un cyborg “a quattro zampe” è stato collocato da ignoti su uno stallo di sosta Blu Area, in via Ceccardi, questa mattina. Curioso che, nel giro di qualche ora, non sia stato neppure multato, visto che di fatto occupa senza averne diritto un parcheggio a pagamento.
Il collettivo genovese Labadanzky, nato nel 2011, aveva già avuto altre ribalte. La loro particolare street art fonde tecnologia, quotidianità e arte basandosi sul concetto di riciclo e di sorpresa. I “Lbdzky”, questa la loro tag, sono sempre riusciti ad agire senza farsi scoprire, solitamente di notte, e non hanno mai rivelato la loro identità.
In realtà al momento l’artista è uno e, sempre senza svelare chi sia, ha portato le sue installazioni negli spazi di Sala Dogana, a Palazzo Ducale. “Rest in pieces” è la sua prima mostra personale, aperta fino all’11 marzo.