Il processo d'appello

Alluvione 2011, Scidone si difende: “Avevo un ruolo politico, al Coc non ero io a prendere le decisioni”

Sentenza forse il 23 marzo. Risentiti anche il volontario Mangini e il grande accusatore Rimassa

cronaca

Genova. Potrebbe arrivare il 23 marzo la sentenza di appello per l’alluvione 2011 che in primo grado ha visto condannare l’ex sindaco di Genova Marta Vincenzi a 5 anni di reclusione. Nella scorsa udienza, quando già le requisitorie di pm e pg e le discussioni degli avvocati si erano concluse la seconda sezione di corte d’appello a sorpresa con un’ordinanza ha deciso di riascoltare due testi (il volontario Andrea Mangini e il teste Andrea Rimassa) e l’imputato Francesco Scidone.

Ma a sentire i tre testi questa mattina ci è voluta non più di un’ora. Qual è l’obiettivo della Corte d’appello? Con la riforma Orlando la legge prevede che in caso di appello del pm per impugnare un’assoluzione venga parzialmente rinnovata l’istruttoria e questo è in parte quello che è successo oggi con due dei tre testi chiamati in particolare sulla posizione dell’ex coordinatore dei volontari Roberto Gabutti, imputato di falso ma assolto in primo grado.

Il volontario Mangini è stato sentito per ribadire come non abbia fatto in tempo ad arrivare sul Fereggiano perché quando alle 11.45 è uscito dal lavoro a molo Giano la situazione era già molto grave e Mangini arriverà sul Bisagno e non sul Fereggiano. Andrea Rimassa, teste noto come ‘il grande accusatore’ rispetto alla compilazione del falso verbale ha ribadito pur tra mille non ricordo la riunione tra il suo superiore Sandro Gambelli e il capo dei volontari Gabutti per ‘mettere una pezza’ falsificando quel che accadde nella tarda mattinata del 4 novembre 2011.

Fu Gabutti per primo a falsificare il bollettino del Coc indicando che il volontario Andrea Mangini era sul Fereggiano alle 12 e aveva segnalato che la situazione era ancora sotto controllo, con il rio sotto la linea gialla. Gabutti in primo grado era stato assolto dal giudice Adriana Petri che aveva così accolto la tesi del difensore di Gabutti Michele Isposamia secondo il quale Gabutti aveva scritto il falso sul bollettino per salvare la faccia ai volontari ma non apnea aveva capito che quella falsa versione era finita in procura andò lui stesso dal pm per dire la verità.

L’imputato Scidone invece è stato ascoltato solo su una circostanza: se abbia o no chiamato il sindaco Marta Vincenzi la mattina del 4 novembre quando la situazione sulla città si stava aggravando. Il sindaco era al convegno Eurocities a arriverà al Matitone solo dopo le 12.30 “Io personalmente non l’ho chiamata – ha detto Scidone che in primo grado è stato condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione – ma quella mattina ho dato disposizioni di chiamare parecchie persone tra cui probabilmente il capo di gabinetto del sindaco o la dottoressa Danzì”. L’ex assessore alla protezione civile del Comune di Genova si è anche difeso davanti alla domanda de presidente Giuseppe Diomeda che gli ha chiesto quale fosse il suo ruolo: “Io in comitato rappresentavo il sindaco – ha detto Scidone – e avevo un ruolo di indirizzo e controllo, ma il 4 mattina a emergenza conclamata il mio ruolo non aveva più senso. Ogni funzione aveva un suo dirigente che poteva e doveva prendere decisioni e così avveniva, dalle deviazioni dei bus alle chiusure temporanee delle strade per gli allagamenti eccetera”.

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