Le indagini

Aggressione ad antifascista: tre militanti di Casapound indagati per tentato omicidio, proseguono interrogatori

Ma il numero sembra destinato a salire. L'aggressione risale alla sera del 12 gennaio

convegno casapound

Genova. Sono al momento tre gli indagati per tentato omicidio in concorso per l’accoltellamento di un antifascista avvenuto la sera del 12 gennaio. La vittima, D.M, 36 anni, stava attaccando dei manifesti insieme a un gruppo di attivisti a un centinaio di metri dalla sede di del partito di estrema destra in via Montevideo.

I tre indagati sono militanti di Casapound ma il loro numero sembra destinato a salire: la Digos sta procedendo in questi giorni a numerosi interrogatori e non è escluso che altri militanti, quasi tutti giovanissimi, siano indagati per lo stesso reato o che per loro si configuri l’ipotesi di favoreggiamento.

Il gruppo quella sera intorno alle 23 era uscito compatto dalla sede di Casapound brandendo bottiglie, cinture e almeno un coltello per aggredire gli antifascisti che si trovavano in piazza Tommaseo: un attacco fulmineo, durato una decina di minuti. Per metà marzo intanto sono attesi i risultati della perizia medico legale che il sostituto procuratore Marco Zocco ha affidato al professor Luca Tajana dell’università di Pavia che dovrà analizzare la dinamica dell’aggressione e la tipologia della ferita. A seconda dell’esito della perizia non è escluso che il reato possa essere riformulato da tentato omicidio a lesioni.

L’antifascista è stato colpito da un fendente, che ha squarciato il giubbotto e un pesante maglione, nella parte bassa della schiena ma era riuscito a fuggire e solo quando aveva raggiunto gli amici in un luogo sicuro si era accorto del sangue e della ferita. Sentito come parte offesa il trentaseienne non era riuscito a riconoscere l’aggressore, ma gli accertamenti tecnici della sezione investigativa della Digos hanno consentito di arrivare a una svolta nelle indagini a partire dal gruppo che ha preso parte all’aggressione.

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