Salta il voto

Mozione su spazi pubblici ai neofascisti, bagarre in aula: la maggioranza fa mancare il numero legale fotogallery

Il pubblico urla: "Vergogna, vigliacchi"

Genova. E’ saltata alla fine per mancanza di numero legale la mozione presentata da Pd e lista Crivello per vietare gli spazi pubblici del Comune ai movimenti neofascisti. E così la lunga giornata che per tutto il pomeriggio ha impegnato il consiglio comunale tra tentativi di mediazione e sospensione finisce nella maniera peggiore. E non sono mancate le polemiche con il presidente del consiglio Alessio Piana che a un certo punto ha chiesto ai vigili di far sgomberare l’aula dal pubblico e il sindaco Bucci che ha minacciato di riconvocare il consiglio a porte chiuse. In aula alle 18, al momento del voto, resta solo l’opposizione, sono in 17 e il consiglio salta.

La mozione era riferita inizialmente a “a coloro i quali non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti”. Un voto più che scontato

La delibera era stata depositata oltre un mese fa sulla sia di quanto approvato dal Comune di Sestri levante e di altre delibere che sono in discussione in queste settimane in diversi comuni del Tigullio (addirittura a Chiavari una delibera quasi identica è stata presentata dall’ex sindaco di centro destra Roberto Levaggi).

Ma a Genova la maggioranza ha deciso di disinnescare la bomba presentando una mozione di maggioranza che ricalca quella del centro sinistra ma epurata di ogni riferimento a neofascismo, omofobia e razzismo.

“Sono tornate le coltellate in pieno centro città nel silenzio delle Istituzioni – ha detto Alessanro Terrile presentanti la mozione – ma la coltellata è la propaggine più evidente e superficiale di una pianta velenosa che ha messo radici nella nostra città. Non c’è solo la violenza, c’è un atteggiamento culturale xenofobo, razzista, che va combattuto”. “Se oggi abbiamo libertà di parola in quest’aula e fuori di quest’aula se oggi c’è una dialettica tra maggioranza e opposizione è perché quei combattenti di Salò cui il Comune di Genova per la prima volta nella sua storia ha recato omaggio nel giorno dei defunti hanno perduto la loro battaglia. L’hanno perduta. E l’hanno vinta gli antifascisti. Di ogni colore politico, ma antifascisti. Lo ricordo perché ho sentito persino dire da un consigliere di maggioranza che nella motivazione con la quale è stata attribuita alla nostra città la Medaglia d’oro al valor militare non c’è alcun riferimento all’antifascismo”. “La nostra costituzione è antifascista non a fascista, ha detto Terrile citando Aldo Moro. Il sindaco ci ha invitato a ritirare la mozione e votare quella del centro destra: siamo disponibili a discutere ma non voteremo mai una mozione in cui non c’e riferimento all’antifascismo. Votiamo quella del sindaco Levaggi.

Indignazione ha suscitato l’intervento del consigliere Gambino di Fratelli d’Italia (lo stesso che è andato in rappresentanza del Comune di Genova a depositare fiori sulle tombe dei repubblichini) che ha parlato di killeraggio massmediatico nei confronti della della “ presunta onda nera” e del ritorno di slogan come “uccidere un fascista non è reato”: fischi e qualche urla, con il sindaco Bucci che ha più volte sottovoce consigliato il presidente del consiglio Alessio Piana a sospendere il consiglio

Bucci, dopo aver premesso di essere in ottimi rapporti con l’Anpi e di essere un grande sostenitore di Bisagno, ha detto di essere “contro la violenza da qualunque parte arrivi”, poi ha proposto una mediazione, lasciare le premesse della mozione del Pd (che contenevano riferimenti all’antifascismo) e utilizzare l’impegnativa della mozione della destra (che fa riferimento a movimenti antidemocratici o violenti) ma proprio Fratelli D’Italia con il capogruppo Alberto Campanella si è opposto e ogni tentativo di ulteriore mediazione non ha avuto esito nonostante i tentativi del capogruppo di Forza Italia Mario David Mascia.

 

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