Discorso

Eccidio San Martino, la commemorazione. Bucci: “Onore essere qua, uomini esempio per noi”

Il primo cittadino ha ricordato i fatti di sangue del 1944. A margine un riferimento all'aggressione ai danni di un gruppo di antifascisti

Genova. Questa mattina, alle ore 10e30, alla presenza delle autorità civili e militari, è stata commemorato il 74° anniversario dell’eccidio di Forte San Martino.

Grande attesa per il discorso del sindaco Marco Bucci, soprattutto alla luce delle polemiche di queste ore relative alla aggressione dello scorso venerdì notte ai danni di alcuni antifascisti. Bucci, però, “dribla” la questione semplicemente non citandola in alcun modo, almeno nel discorso ufficiale: “Un onore per me essere qui – ha detto durante l’orazione – quanto hanno fatto questi uomini deve essere un esempio per tutti noi, giovani e non più giovani, per far tornare Genova una grande città”. A margine, invece, al microfono del SecoloXIX, Bucci ha affermato che “se ci sarà una manifestazione pacifica contro la violenza sarà il primo a parteciparvi”. Non si capisce se i profili della manifestazione del 3 febbraio saranno tali da portare in piazza anche il sindaco di centrodestra

La cerimonia, preceduta alle ore 10.00 in Via Gobetti dalla deposizione della corona alla lapide che ricorda i Martiri, ha visto schierati i Gonfaloni, un Picchetto d’Onore dell’Arma dei Carabinieri e rappresentanze di militari e di forze di polizia in servizio e in congedo.

La cerimonia, nelle sue due fasi, è stata organizzata dai Carabinieri di Genova – con l’intervento del Comandante della Legione, il generale Paolo Nardone, dal Comandante Provinciale, Colonnello Riccardo Sciuto e dall’Amministrazione Comunale, che hanno voluto così ricordare ancora una volta, anche a beneficio dei giovani alunni di alcune classi delle scuole superiori presenti nell’occasione, i Patrioti ed il coraggioso atto del Tenente dei Carabinieri Avezzano Comes.

La mattina del 14 gennaio del 1944,, infatti, nel piazzale antistante il Forte di San Martino, otto patrioti appartenenti a diverse organizzazioni partigiani di resistenza al regime, che nella notte erano stati prelevati dal carcere di Marassi e processati sommariamente dal Tribunale Militare, furono uccisi dai nazifascisti per rappresaglia in seguito all’attentato compiuto la sera prima in via Venti Settembre da una squadra dei Gruppi di Azione Patriottica (GAP), ai danni di due ufficiali tedeschi, uno dei quali rimase ucciso.

Gli otto, del tutto estranei all’accaduto perché arrestati in precedenza in circostanze diverse, come cospiratori, vennero uccisi da alcuni ufficiali nazisti e da alcuni “italiani” della guardia nazionale repubblicana (GNR), dopo che il plotone dei Carabinieri agli ordini del Tenente Giuseppe Avezzano Comes, incaricato dell’esecuzione, si era rifiutato di aprire il fuoco su di loro.

I loro nomi: Dino BELLUCCI, 32 anni, professore; Giovanni BERTORA, 31 anni, tipografo; Giovanni GIACALONE, 53 anni, straccivendolo; Romeo GUGLIELMETTI, 34 anni, tranviere; Amedeo LATTANZI, 53 anni, giornalaio; Luigi MARSANO, 33 anni, elettricista; Guido MIROLLI, 49 anni, oste e Giovanni VERONELLI, 57 anni, operaio.

Presenti durante la giornata il Gonfalone della Città di Genova, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare, il Gonfalone della Provincia di Genova, decorato di Medaglia d’Oro al Merito Civile, il Gonfalone della Regione Liguria, il Gonfalone del Comune di Sesto Fiorentino (FI), Labari del Nastro Azzurro e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.

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