Le indagini

Aggressione agli antifascisti, il ferito sentito in Questura: si è salvato rovesciando un secchiello di colla

Solo una volta in salvo si è accorto che perdeva sangue dalla schiena

Forze dell'ordine e mezzi di trasporto

Genova. E’ stato sentito per oltre due ore dagli investigatori della Digos l’antifascista di 35 anni accoltellato alla schiena venerdì sera durante un volantinaggio in piazza Tommaseo, non lontano dalla sede di CasaPound.

L’uomo, che faceva parte di un gruppo di una decina di attivisti, non aveva sporto denuncia ma è stato individuato grazie al referto medico del pronto soccorso dell’ospedale Galliera dove si è recato il giorno dopo per medicare la ferita ed è stato convocato in questura come persona informata sui fatti. Secondo quanto appreso l’uomo avrebbe raccontato che all’improvviso dalla sede di via Montevideo un gruppo di persone è scesa giù urlando e correndo verso gli antifascisti che stavano attaccando alcuni manifesti del corteo in uno spazio di affissione con cinghie e bottiglie in mano.

Alcuni attivisti, tra cui il ferito, sono rimasti indietro e sono stati raggiunti. Per difendersi e riuscire a fuggire il 35 enne è riuscito a rovesciare addosso agli aggressori il secchiello della colla con cui stavano attaccando i manifesti. Solo dopo, correndo verso corso Bueno Aires ha sentito un dolore alla schiena e quando ha raggiunto un luogo sicuro i suoi amici si sono accorti che stava perdendo sangue. Sulla ferita, che per pochi centimetri non ha colpito un rene, nei prossimi giorni probabilmente il sostituto procuratore Marco Zocco disporrà una consulenza medico legale per capire o meno se quel fendente avrebbe potuto o meno uccidere. Al 35enne sarebbero state anche mostrate le foto di alcuni militanti di estrema destra che erano presenti quella sera nella sede di via Montevideo ma sull’esito dei riconoscimenti vige il più stretto riserbo. Nei prossimi giorni saranno convocati in Questura gli altri attivisti del gruppo antifascista.

L’obiettivo è stringere il cerchio il più rapidamente possibile sull’autore di un episodio rispetto al quale il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi ha annunciato che non ci sarà nessuna indulgenza da parte della magistratura.

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