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Torna a casa restaurato il “sacro catino”, bottino dei crociati: ecco il prima e il dopo

Di vetro verde smeraldo sarebbe stato portato nella città in seguito alla presa di Cesarea (1101)

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Genova. E’ tornato a risplendere della bellezza di un tempo il Sacro Catino, manufatto in vetro di colore verde smeraldo custodito nel Museo del Tesoro di San Lorenzo, uno degli oggetti-simbolo della storia di Genova.

La fine dei lavori di restauro è stata festeggiata nel pomeriggio nella cattedrale alla presenza dell’arcivescovo Angelo Bagnasco. Il Catino, documentato a Genova dal XII secolo, in base ad autorevoli fonti sarebbe stato portato nella città in seguito alla presa di Cesarea (1101). “Il capo della spedizione genovese, Guglielmo Embriaco, lo avrebbe scelto come parte più rilevante del bottino ritenendolo una reliquia dell’Ultima Cena e supponendo che fosse fatto di smeraldo” ricorda il soprintendente e archeologo Vincenzo Tiné.

“La sua attribuzione e’ stata a lungo incerta, in quanto il manufatto veniva riferito alternativamente a una bottega di epoca romana imperiale o a manifattura islamica del IX secolo d.C” spiega il soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, protagonista del restauro, Marco Ciatti.

L’assessore comunale al Turismo Paola Bordilli ha ringraziato a nome della città l’azienda Paul Wurth Italia, il cui sostegno economico ha reso possibile il restauro. Il prezioso oggetto, che nei secoli aveva subito diverse manomissioni e rotture, aveva bisogno di un intervento di restauro e consolidamento, che è stato possibile avviare nel 2016 grazie al finanziamento dell’impresa. I lavori sono stati realizzati dal restauratore Daniele Angellotto all’interno dell’Opificio delle Pietre Dure con la supervisione dell’Opificio stesso.

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