Genova. Nuovo cambio di programma per la vertenza Ilva. Il tavolo previsto per domani mattina per riprendere la discussione con i sindacati sul piano industriale di Arcelor Mittal dopo essere stato sconvocato in un gesto di rabbia dal ministro Carlo Calenda dopo la fumata nera con il governatore Emiliano, è stato riconvocato e si terrà regolarmente domani a partire dalle 9.30.
Il dietrofront è arrivato dopo la riunione di governo che si è tenuta urgentemente ieri per decidere come andare avanti dopo che il governatore della Puglia ha ribadito che non ritirerà il ricorso al Tar sul piano di ambientalizzazione. La situazione resta tesa e confusa ma al momento la scelta del Governo è quella di andare avanti. Ieri la posizione di Calenda era stata molto dura: “Se il Tar accoglierà la sospensiva, dal 9 gennaio gli impianti di Taranto cominceranno ad essere spenti” aveva detto il ministro.
Si vedrà anche se è probabile che anche la riunione di domani sarà parecchio interlocutoria. Un ulteriore tavolo tecnico “di avvio dei confronti sulle unità produttive” si terrà invece il 10 gennaio”.
La Fiom di Genova, che dopo aver annullato ieri i biglietti, questa sera ripartirà per Roma con il segretario Bruno Manganaro e il coordinatore rsu dell’Ilva Armando Palombo, arriverà a Roma con una domanda chiara: “Chiederemo a questo punto una data per Genova – dice Manganaro – ieri all’inizio dell’incontro e prima della rottura con Emiliano Calenda aveva ribadito che l’incontro sull’accordo di programma sarebbe stato fissato per i primi giorni di gennaio. Ora chiediamo una data”. Non solo, la delegazione genovese ribadirà come “chiudere Taranto sarebbe un tragico errore, ma quello che non si può fare è pensare di chiudere Genova per le scelte del governatore della Puglia. Se qualcuno pensa di farci pagare per gli errori di altri si sbaglia”.
“Chiederemo che venga fissata una data di convocazione del tavolo su Genova, per discutere dei dettagli del piano industriale che deve essere compatibile con quanto previsto dall’accordo di programma – concorda il segretario della Fim Cisl Alessandro Vella – non possiamo accontentarci di generali rassicurazioni sulla centralità dello stabilimento di Genova nei futuri assett produttivi del Gruppo. Vogliamo vedere i fatti e soprattutto non vogliamo essere ostaggi di Emiliano e delle sue strumentalizzazioni politiche. L’Ilva è troppo importante per il Paese, per Taranto, quanto per Genova per lasciarla in mano alle beghe politiche da campagna elettorale”.