Le indagini

Inchiesta Mps, sentito a Genova Degortes: “Non sapevo niente dei festini”. E querela le Iene

Quattro in tutto i fascicoli aperti a Genova collegati alle vicende di Mps e alla morte di David Rossi

Banca Monte dei Paschi

Genova. Antonio Degortes, imprenditore ed ex dirigente bancario e figlio del noto fantino Aceto, ha querelato le Iene per l’intervista sulla morte di David Rossi.

La notizia è trapelata oggi a Genova dove proprio Degortes è stato ascoltato come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta aperta dai magistrati genovesi sul presunto insabbiamento da parte dei colleghi toscani del caso della morte di David Rossi, ex capo comunicazione del Monte dei Paschi morto precipitando dalla finestra del suo ufficio di Siena il 6 marzo 2013, nel pieno dello scandalo finanziario che travolse la banca.

“Non sapevo niente dei festini – ha detto Degortes – ma quell’intervista mi ha danneggiato perché a Siena ora tutti mi associani ai presunti festini”. Sulla morte di David Rossi, Degortes ha ribadito che a suo avviso si tratta di un suicidio: “Io e David eravamo amici – ha detto l’imprenditore – David era solito venire alla Birreria anche se non faceva parte di quello che fu chiamato ‘gruppo della Birreria’ che altro non era che un’associazione per promuovere la città”.

Dopo le audizioni dell’ex sindaco di Siena Piccini, di Fiorenzani e di Degortes, la Procura di Genova con l’aggiunto Ranieri Miniati e il pm Cristina Camaiori, la prossima settimana proseguirà ad ascoltare testimonianze. Oltre all’inchiesta principale sul presunto abuso d’ufficio da parte dei colleghi, la procura del capoluogo ligure ha in mano altre tre inchieste tutte collegate alle vicende senesi. Da un lato infatti c’è la querela per diffamazione da parte dei magistrati di Siena contro la trasmissione delle Iene (formalmente al momento è contro ignoti ma potrebbe investire sia l’ex sindaco sia i giornalisti e i responsabili della trasmissione), ora la diffamazione da parte di Degortes sempre nei confronti delle Iene. Infine il fascicolo relativo alla lettera con proiettile inviata al pm Aldo Natalini e intercettata dalla polizia di Firenze.

I fascicoli sono tutti in mano al procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e al sostituto Cristina Camaiori. L’ipotesi di reato in questo caso è tentata minaccia grave. Natalini è uno dei tre magistrati senesi che aveva indagato su Mps e uno dei due titolari della prima inchiesta sulla morte di David Rossi. Secondo indiscrezioni, la lettera conterrebbe gravi minacce di morte. Le indagini sul proiettile, calibro 9, erano state affidate alla polizia di Firenze dal procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo per i rilievi di impronte e Dna.

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