Genova. Hanno dormito solo un paio d’ore questa notte i lavoratori dell’Ilva che ieri mattina hanno occupato la fabbrica di Cornigliano. “La tensione è alta – spiega Armando Palombo, coordinatore dell’est della Fiom – e dormire sulle panche senza materassi fra l’altro non è semplice”. Per la colazione è arrivata però la torta di un’impiegata.
I lavoratori sono dall’alba davanti allo stabilimento: “Aspettiamo che arrivino gli altri e poi decideremo come muoverci”. Rinviato a domani il secondo corteo, la protesta oggi si ferma a Cornigliano.
“Abbiamo deciso di non disturbare la città sapendo che Genova ha sempre capito quando ci siamo mossi e siamo stati costretti a bloccare le strade”. Così Armando Palombo spiega la decisione dei lavoratori Ilva di non scendere in piazza oggi.
Anche se domani è prevista una manifestazione che arriverà fino in centro per chiedere un incontro con il presidente della Regione, Giovanni Toti.
“L’occupazione l’abbiamo decisa ieri a maggioranza – spiega Palombo – abbiamo fatto un sopralluogo tra i reparti per verificare che gli impianti fossero fermi e messi in sicurezza con tutte le tutele del caso, così come sono fermi moli e banchine”. Intanto nella notte i lavoratori hanno anche fatto la canzone dell’accordo di programma.
E l’obiettivo non cambia. “L’obiettivo è quello di avere un tavolo specifico su Genova e sull’accordo di programma perché non ha senso mischiare tavoli che non ci appartengono” dice Palombo in riferimento al tavolo nazionale del 9 novembre a cui la Fiom non parteciperà e a quello del 14 dedicato specificamente al piano ambientale di Taranto.
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Il segretario della Fiom genovese Bruno Manganaro ribadisce tutto ciò che non va nel piano di Mittal per Genova: “Su 1500 occupati – spiega – secondo Mittal di sarebbero 600 esuberi e per gli altri ci sarà qualche taglio di salario e di diritti. Non sappiamo di quanto ma in ogni caso questo è incompatibile con l’accordo di programma che tutelava occupazione e salari. Se qualcuno pensa di mettere in discussione l’occupazione deve sapere che si mettono in discussione anche le aree, circa un milione di metri quadri in concessione per 60 anni”.
Gli impianti all’Ilva nel frattempo sono tutti fermi, dalle banchine alle linee di zincatura al ciclo della latta. E mentre su Cornigliano soffia un forte e freddo di tramontana i lavoratori danno il via al secondo giorno di lotta. Questa mattina a supportare la protesta della Fiom genovese arriverà anche il segretario nazionale Rosario Rappa.