Genova. “Lo sciopero dei lavoratori di Amazon è una gran bella notizia. La logistica è uno dei settori dove il padronato ha maggiormente voluto sperimentare il suo totale e assoluto potere sul lavoro; neppure più ridotto a merce, ma degradato ad autentico scarto di produzione. Ritmi massacranti, totale subordinazione alle esigenze della consegna, paghe mortificanti. Mi servi, ti prendo. Non mi sei utile, ti caccio”, così la segreteria regionale di Sinistra Italiana supporta la protesta dei dipendenti del centro logistico di Amazon a Piacenza.
“Il colosso mondiale delle spedizioni – si legge in un comunicato – rappresenta in qualche modo un “progresso” mal governato e mal gestito dalla politica: la competitività commerciale del suo sistema si basa sul ribasso salariale e l’elusione fiscale. Un modello che è sempre più in voga nell’ipertrofica produzione mondiale di beni di consumo, che permette l’acquisto a basso costo, basato sullo sfruttamento del lavoro delocalizzato e dell’ambiente, aggirando le responsabilità verso la collettività”.
“Abbiamo saputo che i lavoratori in Italia ed in Europa di Amazon sono maggiormente afflitti da depressione e di attacchi di panico per la velocità del loro lavoro, specie gli addetti al reparto outbound – dice Aleksandra Matikj, la Presidentessa dell’Organizzazione artistico culturale “Liguria nel cuore” – lo smistamento degli oggetti che poi arrivano materialmente nelle case perché ad Amazon si lavorerebbe di corsa, per ottimizzare il tempo e non deludere i consumatori. L’ottanta per cento, a Castel San Giovanni, ha ernie e problemi alla schiena e al collo, addirittura diverse Donne che ci lavorano, hanno lo stesso tipo di problema alle mani, tunnel carpale, non può essere una coincidenza”. Per questo l’associazione afferma di non aderire al Black Friday Genova: “Anche questo è scegliere e non restare indifferenti”.