Scia di sangue

Caccia, i Verdi puntano il dito: “Troppi incidenti nei boschi”

caccia cinghiale
Foto d'archivio

Genova. “Dall’apertura della stagione venatoria si sono verificati troppi incidenti di caccia, continua l’infinita scia di sangue lasciata a terra e le istituzioni che fanno? Semplice, continuano a ignorare il problema”.
E’ il j’accuse lanciato dai verdi a seguito dei recenti episodi di cronaca anche nella nostra regione.

“Troppe persone girano armate nei boschi,- spiegano Angelo Spanò cooportavoce metropolitano dei Verdi
e Pierluigi Biagioni Area Tigullio – anche con carabine a lunga gittata e, stranamente, le responsabilità ricadono sui cercatori di funghi, di castagne e sugli escursionisti. Che dire poi del fatto che la Regione Liguria ha pensato bene di esonerare dall’uso della pettorina ad alta visibilità per chi esercita la caccia ai cervidi, mentre vorrebbe imporla a tutti quelli che girano disarmati?”.

C’è poi la questione delle battute di caccia al cinghiale. “Forse non tutti sanno che una squadra di cinghialisti, al mattino posiziona le tabelle ‘attenzione battuta di caccia al cinghiale in corso’, per poi spostarle nel pomeriggio in un’altra zona, per ulteriore battuta, e coloro che sono per boschi, a loro insaputa, ci si ritrovano nel mezzo”.

Poi i costi. “Ci riferiamo ai costi per recuperare i cacciatori infortunati (non pochi): si impiegano mezzi aerei, squadre della protezione civile e ambulanze. Su questo punto gradiremmo sapere dall’Assessore Viale a quanto ammontano a oggi queste spese.

Infine l’auspicio: “La politica deve farsi parte attiva, mentre a oggi, pur di ricevere consensi elettorali, si guardano bene dal proporre leggi che vadano nella giusta direzione e che diano la possibilità anche al comune cittadino di frequentare i boschi senza rischiare di essere colpito”, concludono Spanò e Biagioni.

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