Storie e leggende

Venerdì 13, il giorno più sfortunato che c’è: black friday? Ecco perché

venerdi 13

Genova. Oggi è venerdì 13. E venerdì 13, dicono nel resto del mondo, porta sfortuna: così sfortuna che esiste addirittura una saga cinematografica con questo titolo, “Venerdì 13”. Da quanti film è composta? Avrebbero dovuto essere 13, ma l’ultimo della lista, il reboot inizialmente previsto nel 2016, è stato prima posticipato a quest’anno e poi (forse) cancellato. Genere, naturalmente, horror: perché di venerdì 13 ne succedono di tutte.

O almeno, così vuole la tradizione in molte parti del mondo. Non quella italiana: sì, perché nello Stivale a meritare la palma di “giorno della sfiga” è venerdì 17. Mentre nel mondo latino (Spagna e Sudamerica) e in Grecia è martedì 13. Ma nella maggior parte del del mondo occidentale (Europa e America) il “black friday” è proprio il 13, dato che associa due componenti, il giorno e il numero, entrambe considerate sfortunate.

Difficile, se non impossibile, capirne le reali ragioni, dato che le teorie abbondano. Per quanto riguarda il numero, qualcuno si riallaccia alla mitologia scandinava, dove il 13 è sinonimo di malaugurio per via di Loki, il tredicesimo semidio che, a differenza degli altri, era crudele con gli uomini. La tradizione cristiana invece si rifà all’Ultima Cena, in cui appunto a tavola c’erano 13 persone (Gesù e i 12 apostoli: in questo caso il “tredicesimo” nefasto sarebbe il traditore Giuda Iscariota).

Ma in realtà la storia del 13 come “numero sfortunato” è molto più antica: ne parlava già lo storico greco Diodoro Siculo nel I secolo a.C., raccontando che tre secoli prima il re macedone Filippo II (padre di Alessandro Magno) era stato ucciso da una guardia del corpo dopo aver fatto mettere una propria statua vicino a quelle dei dodici dei dell’Olimpo (uno “sgarro” che avrebbe pagato con la vita). E nella tradizione assiro-babilonese il 13 era un numero sfortunato perché veniva dopo il 12, che invece era considerato sacro.

Altrettanto nebulosa l’origine della fama “sfortunata” del venerdì. Si possono trovare ragioni religiose (per i cristiani è il giorno in cui è stato crocefisso Gesù, per i musulmani quello in cui Adamo ed Eva mangiarono la mela), mentre quelle storiche sono più confuse: per i romani, ad esempio il “die nefasto” era il martedì, in quanto dedicato a Marte, dio della discordia. Ma anche per loro il venerdì aveva la sua dose di sfortuna: guai a concepire un figlio di venerdì, poiché avrebbe avuto una vita difficile.

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