Convocazione

Terzo settore, operatori sociali chiamano un’assemblea pubblica: “Per una città accogliente”

"E' stata dichiarata guerra ai poveri". Il mondo del sociale prova a organizzare la risposta martedì 10 ottobre

manifestazione 30 giugno genova
Foto d'archivio

Genova. Un’assemblea pubblica per confrontarsi sul tema dell’accoglienza, per discutere su come reagire alle imposizioni dei decreti Minniti-Orlando sul Terzo Settore, ma soprattutto, per organizzare una risposta a quello che viene considerato il “discorso pubblico razzista, destinato a produrre una guerra tra poveri”

Un appuntamento organizzato da Operatori e Operatrici X, un gruppo di lavoratori del terzo settore, formatosi nei mesi scorsi per contrastare la gestione del settore sociale da parte di governo e amministrazioni locali. L’assemblea, inoltre, vuole preparare la partecipazione di una delegazione genovese al corteo nazionale anti-razzista, in programma il 21 ottobre a Roma.

“Appare evidente il tentativo di creare una guerra fra poveri, fra chi da anni patisce le conseguenze della crisi economica e chi scappa dalla guerra o dalla povertà causata da un capitalismo sempre più predatorio, mentre i responsabili di questa povertà diffusa continuano ad arricchirsi – si legge nel comunicato stampa di convocazione della riunione – Ci appare ancor più evidente che, invece, quella che è stata scatenata sia una guerra ai poveri, di qualsiasi provenienza etnica essi siano: di questo ci parlano il continuo attacco al welfare, lo smantellamento dei diritti nel mondo del lavoro, la retorica del decoro che legittima la criminalizzazione delle marginalità sociali, la trasformazione dei centri delle nostre città in vetrine per turisti da cui i ceti sociali meno abbienti vanno espulsi, la totale mancanza di politiche per l’abitare all’altezza dei tempi”.

L’assemblea avrà luogo martedì 10 ottobre alle ore 20 presso il Teatro degli Zingari della Comunità di San Benedetto: “Vogliamo trasformare i nostri territori intrecciando le nostre storie e le nostre lotte, convinti che il nostro presente sia già meticcio e che il futuro non possa che costruirsi a partire dalla rivendicazione di maggiori diritti e dal desiderio di una società più giusta ed equa”

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