Genova. Il polverone che ha travolto Multedo (e i migranti) non sembra placarsi. Dopo il presidio di ieri sera della Fiom, in giornata sono arrivate accuse anonime che riportavano aggressioni verbali da parte dei “presidianti” nei confronti di una donna.
“La Fiom Cgil in relazione a comunicati anonimi inviati alla stampa non risponde – incomincia la nota stampa diramata in serata – ribadiamo la nostra posizione sul fatto che il disagio sociale di un quartiere non può essere scaricato su una ventina di persone che hanno avuto la sfortuna di nascere nel posto sbagliato e che stanno cercando di fuggire da guerre e persecuzioni”.
Non sono passati inosservati al sindacato alcuni striscioni che ricordano “il ventennio fascista”: “Per la Fiom non è accettabile che il quartiere sia oggetto delle velleità di qualche nostalgico e terreno di conquista per chi non ha alcun modo per manifestarsi se non quello di fomentare la paura”.
In chiusura un attacco diretto all’assessore Garassino, in virtù della oramai famosa frase “se vedo un accattone lo prenderò a calci nel sedere”: “è inaccettabile che rappresentanti delle istituzioni dichiarino senza alcuna vergogna che si possono prendere a calci gli ultimi: sono parole inaccettabili che richiederebbero scuse pubbliche”.