Genova. Sciopero e presidio agli Erzelli da parte dei lavoratori Ericsson dopo l’ennesima doccia fredda arrivata ieri a Roma di ulteriori 600 esuberi a livello nazionale da completare entro il primo semestre del 2018.
Nell’ultima procedura, che si è conclusa qualche settimana fa, sono usciti dall’azienda 300 lavoratori di cui una cinquantina a Genova dove i dipendenti sono stati di fatto dimezzati in dieci anni da 1200 a circa 550.
Beffa delle beffe mentre i lavoratori protestano davanti all’ingresso all’interno della palazzina di Ericsson agli Erzelli va in scena ‘L’innovation day’ della multinazionale svedese dedicato ai clienti. “Licenziare con una mail il venerdì sera non è innovation” recita amaro uno degli striscioni dei lavoratori in presidio. E l’altro: “Ma Ericsson innova o esubera?”.
“La cosa assurda – spiega Fabio Allegretti, segretario Slc Cgil – è che questa volta non giustificano neppure più gli esuberi con la crisi, ma semplicemente con le perdite in borsa. Ci hanno spiegato che devono recuperare 10 miliardi di corone e intendono farlo quasi solo riducendo il costo del lavoro”. Rispetto all’ultima procedura Ericsson – che formalmente non la procedura non l’ha però ancora aperta – ha detto che darà due mesi di tempo a eventuali ‘volontari’ che vogliano lasciare l’azienda dietro incentivi.
Il presidio andrà avanti fino alle 12. Domani invece manifestazione nazionale a Roma davanti al Mise dove parteciperà anche una delegazione dei lavoratori genovesi.
“Vergognoso schiaffo alla città e ai lavoratori – il commento di Gianni Pastorino, consigliere regionale di Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria – I politici locali dovrebbero rifiutarsi di partecipare, e invece alcuni sono qui. Le istituzioni non devono più trattare con aziende ostili al nostro tessuto produttivo, che si compiacciono con operazioni di marketing pagate sulla pelle dei lavoratori”.
Il Movimento 5 Stelle ha invece pronte tre interrogazioni urgenti del MoVimento 5 Stelle in Regione, Comune e al Parlamento europeo: “Inaccettabile atto di forza da parte di Ericsson, che conferma i 600 esuberi e prosegue a testa bassa in un atteggiamento unilaterale e rifiuta il dialogo con le rappresentanze sindacali e una politica prona ai voleri del colosso svedese – si legge in un comunicato – ai lavoratori vanno la nostra piena solidarietà e il massimo sostegno”.