Incredibile lacuna

Lanterna, Genova le dedica la prima mostra dopo nove secoli di storia

A Palazzo Reale fino al 4 febbraio tutto quello che c'è da sapere sul faro funzionante più antico del mondo

Lanterna
Foto d'archivio

Genova. Genova e la sua Lanterna, un amore travagliato senza dubbio: da sempre iconica guardiana della città ma mai divenuta simbolo ufficiale, e, anzi, da decenni circondata da apparati industriali, che l’hanno resa una quinta quasi irraggiungibile da turisti e innamorati.

Per non parlare della sua gestione, oggi demandata a volontari, nell’incredibile disinteresse di istituzioni vicine e lontane. Nessun riconoscimento, nessun tentativo concreto di rilanciare questo grandioso simbolo di un passato irripetibile

Oggi ha quasi 9 secoli, visto che nel 2018 compirà 890 anni ed è il faro funzionante più antico del mondo ma non era mai stata prima d’ora oggetto di una mostra.

Questa storica lacuna (fonte: Città Metropolitana), che dice qualcosa del difficile rapporto dei genovesi con la propria storia, è ora colmata da una favolosa mostra sulla storia del faro e delle sue rappresentazioni iconografiche nel corso del tempo, allestita fino al 4 febbraio a Palazzo Reale e frutto di un’idea nata dal proficuo scambio culturale fra Serena Bertolucci, direttore di Palazzo Reale, e Andrea De Caro, responsabile del Gruppo giovani di Fondazione Labò, che dal 2014 si occupa a titolo gratuito, per conto del Comune di Genova, della gestione turistica del faro.

La Lanterna non è mai stata il simbolo ufficiale della città di Genova come lo scudo di San Giorgio e i grifoni, eppure è da sempre l’emblema della città, con una forte identificazione civica cresciuta nel tempo fino a raggiungere il culmine nel Novecento.

Fu anche simbolo di potere, infatti i Dogi della Repubblica di Genova si facevano ritrarre sullo sfondo del faro. La più antica rappresentazione della Lanterna si trova sulla copertina di un volume del 1371 che contiene la contabilità della manutenzione del faro: la torre vi appare circondata da alcuni oggetti (fiaccole, vele, bandiere, un piccione viaggiatore) che rappresentano i vari sistemi di segnalazione e comunicazione verso le navi in arrivo in porto o verso la città.

La mostra di Palazzo Reale è ricca di numerose opere d’arte, dipinti e stampe, alcune del tutto inedite, provenienti non solo da musei ma anche da collezioni di privati cittadini, che mai prima d’ora le avevano prestate per un’esposizione pubblica. Sono per lo più vedute di Genova, che nel corso dei secoli si trasformano: se dal ‘400 al ‘700 la veduta della città è quasi sempre dal mare, e quindi Genova coincide con il suo porto, nell’Ottocento si afferma una sensibilità paesaggistica nuova che porta i pittori a ritrarre la città dal vero e da un punto di osservazione ribaltato, ovvero dai monti che la circondano, con esiti artistici magnifici che esaltano l’armonia del rapporto fra centro urbano e campagna circostante.

Questo perfetto rapporto paesaggistico fra città e campagna, che fa della Genova di allora una delle città unanimemente considerate fra le più belle d’Italia se non la più bella, quella che i grandi viaggiatori stranieri visitavano per prima quando arrivavano in Italia, resisterà fino alla metà dell’Ottocento, prima delle gradi e brutali trasformazioni urbanistiche che stravolsero irrimediabilmente il territorio: emblematico da questo punto di vista proprio lo sbancamento del promontorio di San Benigno alla cui estremità la Lanterna sorgeva, che ha fatto scomparire la grande e scenografica quinta che chiudeva il porto a Ponente isolando il faro oggi circondato dalle infrastrutture portuali.

Nel Novecento la Lanterna esce dalle rappresentazioni pittoriche e diventa un oggetto a se stante, un logo della città, che con estrema duttilità può essere declinato in innumerevoli usi a rappresentazione di Genova, dai poster pubblicitari che riflettono le diverse correnti artistiche novecentesche, ai marchi commerciali ai gadget.

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