In piazza

Ilva, arrivata la lettera dei commissari: “600 esuberi a Cornigliano”. Lunedì corteo fino alla Prefettura

Solo 900 dipendenti su 1500 sarebbero assunti da Am Investco. Palombo (rsu): "Schiaffo a Genova, occupiamo la fabbrica"

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Genova. Come preannunciato questa mattina i commissari straordinari dell’Ilva hanno inviato ai sindacati dei tre stabilimenti la lettera con il dettaglio degli esuberi (che resteranno nella scatola nera commissariale e non saranno assunti da Am Investco).

A Genova i lavoratori che Ancelor Mittal vorrebbe assumere direttamente sono solo 900 su circa 1500 dipendenti. Si parla quindi di 600 esuberi, un numero peraltro ben al di sopra delle persone attualmente in cassa integrazione”.

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“Si tratta di un punto di partenza per avviare la discussione di lunedì” fanno sapere dall’Ilva, ma a Genova esplode la rabbia. Non possiamo permettere questo schiaffo a Genova” dice Armando Palombo Rsu Fiom preannunciando “l’occupazione della fabbrica”.

I sindacati danno appuntamento lunedì mattina alle 5 davanti alla portineria dell’Ilva. Previsto anche un corteo fino alla Prefettura in contemporanea con il vertice al Mise.

“Una lettera vergognosa che cancella fra l’altro due leggi dello Stato quella che prevede che in una cessione di ramo d’azienda passino automaticamente anche i dipendenti e una legge che si chiama accordo di programma e che dice che a Genova i livello occupazionali e i salari non si possono toccare” commenta furioso il segretario della Fiom genovese Bruno Manganaro.

Con un colpo di spugna viene cancellato l’accordo di programma firmato nel 2005 quando vennero spenti gli impianti a caldo: ambientalizzazione in cambio di una tutela dell’occupazione. Ma così oggi, con l’arrivo del gruppo franco-indiano, non è più. Per questo Ilva lunedì tornerà in piazza. E per questo il segretario della Fiom Bruno Manganaro e il segretario della Camera del Lavoro Ivano Bosco non andranno a Roma: “Andare a Roma in queste condizioni è come andare a un incontro con la pistola sul tavolo. Resteremo a Genova e porteremo avanti la battaglia con i nostri lavoratori”.

“Chiediamo a tutta la città a partire dalle istituzioni di fare lo stesso – dice Manganaro – Dobbiamo dire un fermo no a quella lettera, che deve essere ritirata”.

Lunedì in sciopero anche gli stabilimenti di Novi Ligure e di Taranto.

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