Il problema

Cinghiali, gli animalisti fanno ricorso al Tar ligure: “No all’abbattimento”

cinghiali corso italia spiaggia
Foto d'archivio

Genova. Ricorso al Tar della Liguria contro il provvedimento che prevede l’abbattimento dei cinghiali. Le associazioni animaliste LNDC e OIPA chiedono la sospensione dell’ordinanza emessa da Tursi.

A Genova, negli ultimi tempi, ci sono stati diversi avvistamenti di cinghiali in pieno contesto urbano, soprattutto di mamme con cuccioli al seguito. In alcuni casi sono stati catturati e riportati nelle zone rurali circostanti, in habitat consoni al loro benessere.

“In linea di massima – si legge nella nota a firma LNDC e OIPA – la presenza di questi animali non ha causato grossi problemi alla cittadinanza, salvo alcuni incidenti non gravi ai danni di scooter a causa dell’attraversamento improvviso della strada da parte degli ungulati. Ciò nonostante, pur non essendoci un concreto pericolo per la città e per i suoi abitanti, il Comune di Genova ha emesso un’ordinanza per “la rimozione degli ungulati appartenenti alla famiglia dei cinghiali (“Sus scrofa”) e suidi in genere, a cura del personale preposto alla vigilanza faunistico-venatoria, coadiuvato, qualora possibile, dal personale della Polizia Municipale, adottando le misure ritenute più efficaci e risolutive”. In poche parole, un provvedimento che prevede l’abbattimento degli animali”.

“È ora di andare oltre la cultura della morte per risolvere i problemi – afferma Piera Rosati, Presidente di Lega Nazionale per la Difesa del Cane – Quello dei cinghiali in città è un problema per i residenti ma lo è altrettanto per gli animali, che si spingono fino al centro urbano perché il loro habitat è sovrappopolato a causa delle sregolate reimmissioni effettuate negli scorsi anni. Ben vengano le recinzioni elettrificate per prevenire l’ingresso degli animali in città ma assolutamente no agli abbattimenti”.

“Come sempre si cerca di risolvere un problema creato dall’uomo agendo con violenza invece che applicare soluzioni incruente ed efficaci sul lungo periodo – sottolinea Massimo Comparotto, presidente OIPA Italia Onlus – E’ stato ampiamente dimostrato infatti come gli abbattimenti non siano un metodo efficace per il contenimento del numero di esemplari sul territorio, ma prima di occuparsi di un problema si attende sempre il verificarsi di incidenti, ricorrendo poi a metodi che danno l’illusione di essere risolutivi in breve tempo e calpestano il diritto alla vita degli animali selvatici”.

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