Laboratorio a cielo aperto

Tiglieto, il ponte per la Badia ricostruito dai futuri architetti

Trenta ragazzi e ragazze del quinto anno di Architettura all’Università di Genova hanno ricostruito un piccolo ponte di accesso per l’antica Badia

tiglieto ponte ragazzi

Genova. Ricostruito da trenta studenti di architettura all’Università di Genova, lavorando la pietra e il legno, un piccolo ponte devastato dalle piene del torrente e che conduce al sentiero per l’antica Abbazia di Tiglieto, prima gemma cistercense in Italia.
Unire entusiasmo e competenze progettuali e tecniche apprese studiando alle fatiche dure e concrete di un cantiere per arrivare al traguardo.

L’hanno fatto per una settimana trenta ragazzi e ragazze del quinto anno di Architettura all’Università di Genova per ricostruire, nell’incanto degli scenari naturali di Tiglieto, un piccolo ponte per l’antica Badia, prima splendida gemma cistercense in Italia fondata nel 1120.I futuri architetti sono diventati progettisti e operai nell’iniziativa ideata dall’architetto Pier Paolo Franzese, presidente dell’associazione Amici dell’Abbazia Cistercense di Tiglieto con il professor Massimo Corradi, docente di storia delle scienze e tecniche costruttive ad Architettura.

“È stata – dice Massimo Corradi – un’iniziativa molto bella, ideata insieme all’architetto Franzese che mi ha fatto da sponda, che ha dato la possibilità a trenta ragazzi della scuola Politecnica del corso di Architettura dell’Università di Genova di provare con le proprie mani la costruzione di un manufatto edilizio, non solo la progettazione sulla carta, ma il progetto e l’esecuzione reale e credo sia una delle più belle cose che i ragazzi possano fare”.

Le piene del torrente, sotto le violente piogge della scorsa primavera, avevano devastato il ponte, demolendo quasi completamente una delle sue spalle murarie e danneggiando l’altra. Per questo, d’intesa con Soprintendenza, Parco del Beigua e Comune di Tiglieto, gli studenti di architettura si sono messi all’opera, usando solo attrezzi semplici e materiali naturali.

“I ragazzi – spiega il professor Corradi – hanno smontato tutto, rifatto le fondazioni, riutilizzando tutti i materiali e impiegando inoltre una malta di calce, quindi solo prodotti naturali. In questo modo sono state ricostruite le spalle del ponte, rinforzata la struttura esistente e grazie al Parco del Beigua che ha fornito il legno nuovo, abbiamo rifatto anche travi, assi del tavolato e ringhiera del ponte”.

Tutto fatto dai ragazzi, progetto e lavoro sul campo? “Certamente – dice Agnese Calissano, studentessa di Architettura – abbiamo osservato e studiato il ponte precedente che poi abbiamo demolito per pensare a soluzioni anche migliori, sempre nello stesso stile. Osservando la vecchia spalla abbiamo poi introdotto anche diverse soluzioni, come gli scoli per l’acqua nella muratura, in costante confronto con il professore che ci spiegava le diverse possibilità, infine abbiamo costruito il nuovo ponte, tutto in legno”.

tiglieto ponte

Utilizzare pietre fluviali tonde non è semplicissimo per costruire una muratura. “Infatti all’inizio – dice Agnese Calissano – abbiamo usato le pietre rotonde già incassate nel terreno e poi pian piano, tagliando un po’ di pietre e con un bel gruppo di ricerca nell’alveo per trovarne altre adatte abbiamo tirato su la spalla nuova.”“I ragazzi – chiosa Massimo Corradi – sono stati felici ed entusiasti di lavorare qui a Tiglieto, hanno conosciuto un posto fantastico e vicino all’antica badia dalla pregevole architettura hanno costruito anche la loro piccola architettura.”

Il ponte, ricostruito perfettamente in soli sette giorni, attraversa il torrente per condurre sul sentiero dell’Abbazia di Santa Maria e Santa Croce che sta per compiere 900 anni.

Il magnifico complesso, di proprietà della marchesa Camilla Salvago Raggi, è rinato da un vasto programma di restauri, in più fasi. La prima, fra il 1999 e il 2004 con la regia dell’allora Provincia di Genova, il sostegno della Fondazione Carige, le intese con la proprietà della Badia, la Sovrintendenza, il Comune di Tiglieto e gli enti del territorio, ha fatto rinascere la sala capitolare, l’armarium e tutta la chiesa di Santa Maria e Santa Croce. La seconda fase, negli ultimi anni, finanziata da fondi Fas dalla Regione e risorse della proprietà con il coordinamento del Parco del Beigua, ha realizzato altri interventi importanti per il recupero e la lettura storica di questo magnifico patrimonio architettonico e religioso. Come ricorda l’architetto Franzese che ha curato e diretto tutti i restauri. Compreso il recupero della foresteria che ha accolto i futuri architetti impegnati nei lavori al ponte.

“ L’ultimo lotto di interventi – dice Pier Paolo Franzese – ha riguardato oltre al completamento della foresteria che ha permesso ai ragazzi di soggiornarvi nella settimana di lavoro, anche il recupero del sedime del chiostro con i suoi camminamenti, la ricostruzione di una porzione del camminamento coperto che metteva in comunicazione la chiesa con l’armarium e la sala capitolare e il completamento dei restauri nell’ala sud ed est dell’edificio.”“Nell’ala est che ospita la sala capitolare siamo riusciti anche a recuperare le monofore dell’antico dormitorio e abbiamo ricostituito l’antico disegno del chiostro, avendo anche trovato una pietra ottagonale in serpentino che probabilmente era la copertura del pozzo. Nei sondaggi archeologici non siamo riusciti a trovarne le antiche fondazioni, però questo doveva essere l’assetto originario perché la casa madre cistercense francese di La Ferté ripropone questa antica distribuzione nei disegni”. I monaci cistercensi, tornati alla Badia dal 2001, vi sono rimasti sino al 2011 quando le difficoltà dell’Ordine li hanno costretti a lasciare Tiglieto. Ora manca solo un loro secondo ritorno.

“Certamente – dice Franzese – e noi in questi anni abbiamo costituito un’associazione per mantenere sempre vivo il patrimonio monumentale e spirituale della Badia e farla visitare da turisti e studiosi”.“Quest’anno poi abbiamo vissuto la bella avventura con il professor Corradi e i suoi ragazzi per la ricostruzione del ponte, un laboratorio che ci riporta all’antico concetto del cantiere scuola che i monaci cistercensi formavano con le loro maestranze per costruire abbazie in tutta Europa.”

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