Genova. Qualcuno lo aveva previsto. Che nel pomeriggio, l’assemblea semi-improvvisata al municipio Ponente a Pegli, per parlare della questione migranti a Multedo, difficilmente avrebbe potuto svolgersi in condizioni di normalità.
All’appuntamento, fissato alle 16e30 – si trattava inizialmente di un incontro vertente su tutt’altre problematiche, nella fattispecie la convivenza nel quartiere di due diverse società calcistiche – si sono presentati talmente tanti cittadini che è stato necessario congelare l’ordine del giorno iniziale. Per circa un’ora sembrava che l’unica soluzione fosse andare tutti a casa. Poi il presidente del municipio Ponente Claudio Chiarotti ha iniziato a parlare con alcuni gruppi di persone.
Il tema caldo, che ha portato nella sede istituzionale, in un pieno pomeriggio lavorativo, decine e decine di uomini e donne, è quello della creazione di un centro di accoglienza per migranti richiedenti asilo all’interno dell’ex asilo Contessa Govone, un tempo gestito dalle suore. Chiuso nel 2006 è oggi a disposizione della Curia.
Nella nuova struttura, per la quale la Curia è dovuta intervenire con una ristrutturazione dell’edificio, arriveranno tra i 50 e i 70 migranti provenienti che fino a pochi giorni fa erano ospitati alla Fiera di Genova. Con l’apertura del Salone Nautico è stato necessario trovare un luogo alternativo per gli oltre 100 ragazzi.
Le principali critiche avanzate nei confronti del progetto della struttura di accoglienza nell’ex asilo sono di tipo logistico: l’edificio si raggiunge attraverso una strada stretta e senza sbocco (ricorda, in parte, la situazione di Casa Bozzo, a Quezzi, o di villa Ines a Struppa, dove si trovano altri profughi gestiti da Ceis e Caritas).
L’altra critica, di merito, è sulla mancanza di trasparenza relativa a tutta l’operazione: e il presidente Chiarotti ha spiegato che anche la “circoscrizione”, così come i residenti, non era mai stata avvertita – né da Curia né da Prefettura – dell’apertura del nuovo centro di accoglienza.