Genova. Tre condanne – le prime in Liguria con l’accusa di fiancheggiamento di terrorismo islamico – e un’assoluzione. Il giudice per l’udienza preliminare Roberta Bossi questa mattina ha condannato a 6 anni tre persone che, secondo l’accusa, facevano parte di una cellula jihadista operante tra la Liguria e Brescia.
Si tratta di Tarek Sakher, algerino 34 anni, residente a Varese, e dei fratelli Antar e Hossameldin Abdelhakim, 43 e 36 anni, residenti rispettivamente a Finale Ligure e il secondo a Cassano d’Adda (Mi). Assolto Hosny El Hawari Lekaa, pizzaiolo di Borghetto Santo Spirito: lui si sarebbe “limitato” a inneggiare all’Isis su Facebook.
Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Federico Manotti, l’organizzazione diffondeva materiale jihadista e instradava combattenti dal Nord Africa in territorio siriano e in Libia per conto dello Stato Islamico (Daesh). Tarek, secondo quanto accertato dai carabinieri del Ros, era in contatto con una cellula europea ed era pronto a compiere un attentato.
Il maggiore dei fratelli egiziani, ex macellaio in cassa integrazione, era stato arrestato a Cassano D’Adda (Milano) e secondo l’accusa sarebbe stato il reclutatore mentre il secondo faceva il pizzaiolo a Finale Ligure (Savona). Il terzo egiziano, che viveva a Borghetto Santo Spirito (Savona) era stato arrestato il 4 novembre alla stazione Principe di Genova mentre tornava da un viaggio nel suo paese.
Il gup ha disposto per i tre condannati l’espulsione dall’Italia, al termine dell’espiazione della pena. Il magistrato li ha anche condannati al pagamento di una provvisionale totale di 300 mila euro alla presidenza del Consiglio dei ministri e al ministero degli Interni che si erano costituiti parte civile.