Genova. “Basta con le insegne di me…”. Sarà tutta estetica la prossima crociata dell’assessore comunale alla Sicurezza e Centro storico Stefano Garassino che ieri sera, insieme a una trentina di sostenitori, ha effettuato una “passeggiata anti degrado” nelle zone di via Prè, Maddalena, Ghetto e via Gramsci. Un tour portato avanti nonostante le minacce, giunte via lettera, allo stesso assessore, qualche giorno fa.
“La situazione che abbiamo riscontrato sul fronte criminalità era piuttosto tranquilla – racconta Garassino in diretta video su Facebook – d’altronde avendo annunciato il tour non poteva essere diversamente, ma ci sono comunque spunti interessanti su cui lavorare”.
Uno di questi è il tema delle insegne dei negozi. “Nel centro storico e in strade anche molto turistiche – dice l’assessore – regna l’anarchia, ci sono insegne che non c’entrano nulla le une con le altre, e alcune sono oggettivamente orrende, chi apre un negozio dovrebbe avere l’obbligo di installare un insegna degna di tale nome”.
L’idea di Stefano Garassino, ora, è di provare a mettere mano sul regolamento comunale per creare dei paletti, dei parametri minimi da seguire. Oggi la materia è quasi esclusivamente a discrezione dei negozianti stessi. “Non mi interessa la nazionalità del negoziante, ma bisogna dire che i minimarket, gli shop di cineserie e i fast food etnici, spesso sono inguardabili”. Poi però Garassino si complimenta con un ristorante cinese che ha un’insegna dignitosa.
“Quello delle insegne non è certo il primo problema del centro storico – sottolinea l’assessore comunale – ma esiste, e bisogna ricordare che il brutto chiama il brutto, il degrado chiama il degrado, e quindi è importante non tralasciare questi dettagli. Detto questo, la colpa di questo caos grafico è anche il decreto Bersani sulle liberalizzazioni delle attività commerciali, che ha reso molto più difficile, per i Comuni, governare sulle aperture e le concessioni delle licenze”.