Genova. I dati forniti dall’osservatorio regionale sul turismo riaccendono la polemica sul Red Carpet di Rapallo e il marketing territoriale di Regione Liguria. A maggio, infatti, – 8,46% di presenze a Rapallo rispetto al mese dell’anno precedente e – 3,09% nella vicina Santa Margherita.
“L’effetto Red carpet, se c’è stato, è arrivato al contrario, facendo segnare uno scoraggiante segno meno nei comuni attraversati dal tappeto rosso – denuncia Fabio Tosi, portavoce del M5s in Regione – Il tutto pagato profumatamente coi soldi di Liguria Digitale, e quindi di tutti i liguri”.
I dati dei due comuni del Tigullio sono armonici con l’andamento regionale, che su maggio registra un -8,13% di calo rispetto al 2016. Il trend sul progressivo annuale è però ancora in positivo, con un aumento delle presenze del 1,99%: bene gennaio, male febbraio e marzo, grande aumento ad aprile (+35%) e calo, appunto, a maggio.
“Ricordo che sono state le amministrazioni comunali e gli operatori turistico-commerciali di Rapallo, Santa Margherita e Portofino a chiedere il prolungamento fino a settembre dell’iniziativa – risponde l’assessore regionale al Turismo Gianni Berrino – Dimostrazione evidente del successo del red carpet, che continua ad attrarre visitatori e frequentatori locali con ricadute positive per le attività dei tre Comuni del comprensorio”
Ma la polemica sembra essere destinata a riaccendersi: “La politica turistica non si fa con gli hashtag, gli slogan e le trovate pubblicitarie fine a se stesse ma con una programmazione seria e a lungo termine, che sappia tracciare una rotta per gli operatori e i commercianti che lavorano in questo settore – conclude Tosi – Vogliamo davvero esportare in tutta la Liguria un modello che, a livello locale, si è dimostrato così fallimentare?”
“I primi dati di giugno parlano di un aumento dell’oltre 10% delle presenze nei tre Comuni rispetto allo stesso mese del 2016 – spiega Berrino – In particolare, Rapallo ha visto una crescita di poco meno del 7% e Santa Margherita di quasi il 15%. Percentuali importanti visto che parliamo di località tradizionalmente già molto frequentate. Il calo di maggio, come ammette anche Tosi, è da ricondurre a un trend regionale, fisiologico, dopo il boom di aprile”.