L'addio del segretario

Pd, Terrile si dimette in assemblea: “Errore più grande non aver imposto cambio di rotta a Doria”

Partito ancora una volta di vita in vista del 'traghettamento' verso il congresso. Assemblea decide per il rinvio delle decisioni

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Genova. “L’errore più grande che ho commesso, è quello di non aver saputo imporre alla nostra amministrazione comunale un cambio di rotta” Lo ha detto il segretario provinciale del Pd Alessandro Terrile che questa sera si è formalmente dimesso davanti all’assemblea provinciale del partito. Il suo mandato sarebbe scaduto a ottobre.

Terrile ha analizzato la sconfitta alle amministrative genovesi partendo però da lontano. “Sono convinto che la nostra analisi non possa fermarsi al percorso degli ultimi mesi – ha spiegato Terrile – ma debba fare qualche passo indietro. Questa sconfitta è il secondo atto dell’esito delle primarie del 2012, quando un voto popolare che voleva punire il PD si è incanalato in un sostegno a Marco Doria”.

“Dopo anni di crisi economica senza precedenti, il PD ha pagato l’essere forza di governo per troppi anni in questa città. Ha pagato una difficoltà a compiere scelte definitive sui servizi pubblici: Aster, Amiu, Amt. Ha pagato anche una certa sciatteria nell’amministrazione quotidiana: siamo andati al voto con l’erba alta cinquanta centimetri in diverse vie del centro”. Terrile ha quindi ribadito le dimissioni già presentate in segreteria: “Mi dimetto perché mi sento responsabile. Mi dimetto per aprire il Congresso. Mi dimetto perché è opportuno dare all’esterno un segnale forte e inequivoco, e all’interno del Partito dare la possibilità di una ripartenza, senza alibi”. Dopo le dimissioni del segretario l’assemblea di questa sera dovrà decidere come traghettare il partito fino al congresso dell’autunno con in mezzo la festa del Pd che si svolgerà come ogni anno tra fine agosto e inizio settembre. Nei giorni scorsi erano circolati diversi nomi di possibili “traghettatori fra cui quelli di Simone Farello, Alberto Pandolfo e Massimiliano Morettini.

Ma oggi pomeriggio l’area renziana, capitanata dal consigliere regionale Pippo Rossetti, eccezionalmente d’accordo con Simone Regazzoni, ha proposto la nomina di un commissario, come forte segnale di rottura con l’attuale direzione.

“Ho sentito qualcuno che parla di commissariamento – ha commentato Terrile – il commissariamento lo abbiamo vissuto nel regionale ed è stato un modo per mettere la polvere sotto il tappeto e non assumersi delle responsabilità”.

Fra l’altro anche la strada del commissario sembrerebbe poco percorribile visto che a nominare il commissario è il partito nazionale e sembra difficile che Renzi possa definire un nome per soli tre mesi. Il commissariamento è stato poi chiesto ufficialmente in assemblea da Pippo Rossetti ma la soluzione di rottura ha creato nervosismo tanto che quando il segretario regionale Vito Vattuone ha proposto il differimento di ogni decisione di qualche giorno, i delegati dell’assemblea hanno lasciato la sala. Un’ulteriore riflessione sul percorso intrapreso sembra oramai necessaria per tutti.

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