Il fenomeno

Morte di Adele e droga fra i giovani, Chionetti (San Benedetto): “Stupefacenti sono realtà, bisogna indicare come ridurre i danni”

Secondo il Cnr Genova è la città italiana con il maggior consumo di eroina da parte di minorenni, "ma le strategie politiche sono di rimozione del problema e quelle mediatica di ricerca di capri espiatori"

droga eroina

Genova. “La droga non è legalizzata ma è come se fosse già liberalizzata, ogni genere di stupefacente si può trovare senza grande sforzo in molti quartieri della città, da Pré, alle vie della Movida, alla Foce, ai locali del levante, ai grandi eventi musicali all’aperto fino naturalmente alle periferie”.

Domenico “Megu” Chionetti, portavoce della Comunità di San Benedetto al porto, ha un’idea più chiara di altri, per via del suo ruolo, di quale sia la situazione dello spaccio e del consumo di droghe a Genova. Ma oltre all’osservatorio privilegiato di chi si occupa per di una comunità di recupero, snocciola anche i dati di un recente studio del Cnr per cui Genova è la città italiana con il più alto consumo di eroina fra minorenni.

Perché questo fenomeno? “Non esiste una sola risposta – spiega – sicuramente il fatto di essere una città di passaggio, portuale ma anche di confine, rende più semplice l’arrivo di sostanze, ma credo che una forte responsabilità la abbia anche la livellazione a livello penale che è stata introdotta dal sistema legislativo italiano dalla Fini-Giovanardi in poi”.

domenico megu chionetti

Come dire – in modo un po’ brusco – una volta i ragazzini si “facevano le canne” ma evitavano l’eroina o la cocaina perché sapevano di incorrere in guai ben più pesanti. Lo stesso valeva per gli spacciatori occasionali e non. “Il punto non è comunque essere o meno antiproibizionisti – dice Chionetti – ma avere consapevolezza della realtà per impostare delle efficaci strategie di prevenzione e informazioni. E la realtà è che la droga esiste nella nostra società”.

Di questi giorni la notizia della morte di Adele De Vincenzi, 16 anni, in seguito all’assunzione di Mdma, o Ecstasy. “Quando succedono episodi tragici, luttuosi, come questi – continua il portavoce della Comunità di San Benedetto – il tema della diffusione delle droghe tra i giovani torna ad avere una risonanza, ma la tendenza è sempre quella della ricerca del colpevole, del capro espiatorio, della condanna di chi ha fatto assumere o ha ceduto lo stupefacente. I due ragazzi che erano con l’adolescente sarebbero figure recuperabili, giovanissimi, a cui nessuno, evidentemente, ha spiegato come funzionano, le droghe”.

Il Sert dell’Asl3 genovese segue ogni anno poco meno di 800 giovani sotto i 24 anni. Di questi oltre un centinaio sono quelli che ne hanno meno di 19 anni. “Il Sert svolge un lavoro enorme con grande professionalità – osserva Domenico Chionetti – ma questi numeri sono minimi rispetto alla consistenza del fenomeno. La forza di organico e risorse di un Sert e del sistema pubblico sono insufficienti visto il progressivo disinvestimento sulle politiche di riduzione del danno”.

Per politiche di riduzione del danno si intendono quelle che evitano, per esempio, la morte di chi assuma droghe. Fino agli Novanta persino nelle scuole esistevano dei momenti di informazione, ancorché parziale, su quali fossero le cose da non fare assolutamente: non utilizzare più volte una stessa siringa, non mischiare sostanze e alcolici, non mischiare sostanze tra loro, e così via. “Ma quel tipo di informazioni oggi è visto come messaggio di induzione all’uso di stupefacenti – sottolinea Chionetti – e invece è da lì che bisogna ripartire, dalla prevenzione, non dal tentativo di rimozione psicologica del problema”.

E allora qual è la ricetta? “L’unica possibile è una ripresa seria delle politiche nazionali. La delega alla tema delle droghe è stata tenuta in mano da Renzi, poi è passata alla Boschi, e nessuno se n’è mai occupato. L’’ultima conferenza reale scientifica sulle droghe è stata quella di Genova del 2001”.

leggi anche
siringa eroina
Allarme eroina
Droga, i “millennials” vincono la paura per l’Aids e torna il mito del “buco”
crack house Facebook
Su facebook
Allarme droga, la denuncia di un cittadino: “Crack house a Ponte Parodi”
adele de vincenzi
L'ordinanza
Restano in carcere il fidanzato e l’amico di Adele. Il gip: “Uno dei due inizialmente ha mentito, possono inquinare le prove”
Il comune di Pietra Ligure premia Sebastiano Gravina, capocannoniere del campionato di calcio dedicato ai non vedenti
Le indagini
Gli sms e le chiamate del fidanzato di Adele recuperati sul cellulare del pusher. Oggi i funerali
Il comune di Pietra Ligure premia Sebastiano Gravina, capocannoniere del campionato di calcio dedicato ai non vedenti
A chiavari
Tanti amici ai funerali di Adele, il padre: “Se solo mi avesse ascoltato un po’ di più”

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.