Attesissima

Vivian Maier, tata senza voce, regina inconsapevole della street photography, in mostra a Palazzo Ducale fotogallery

Morta nel 2009, ha ritratto il mondo delle grandi città americane: le sue opere scoperte per caso durante un'asta fallimentare

Genova. Prendete una bambinaia, una specie di Mary Poppins ma più sgraziata e malinconica, e datele in mano una Rolleiflex o una Leica. Potrà non succedere nulla. Oppure potrà nascere una stella della fotografia. A Palazzo Ducale di Genova, nella loggia degli Abati, dal 23 giugno all’8 ottobre, arriva la mostra “Vivian Maier – Una fotografa ritrovata”.

120 fotografie in bianco e nero, una ventina di insolite stampe a colori e alcuni fimati in super8 compongono l’allestimento che, in altre città italiane, ha riscosso enorme successo. Non solo per la qualità delle immagini esposte, ma per la storia di questa newyorkese di origine alsaziana, nata nel 1926 e morta meno di dieci anni fa e il cui elefantiaco corpus di opere (150.000 negativi e 3.000 stampe) venne rinvenuto quasi per caso nel 2007 da un tale John Maloof, affarista e scrittore, durante un’asta fallimentare.

In quelle migliaia di scatti c’è l’essenza della street photography, in anni dove fare foto “per strada” non era scontato come lo è oggigiorno. “Donne impellicciate, bambini che piangono, innamorati che si prendono per mano, poliziotti, senzatetto, e strani soggetti e autoritratti di ogni sorta” racconta la curatrice della mostra, Alessandra Mauro.

vivian maier

Tutte le fotografie in mostra al Ducale sono state scattate tra gli anni Cinquanta e Sessanta tra Chicago, Los Angeles, News York, le città dove Vivian Maier lavorava come “tata” per diverse famiglie. Diventava fotografa, spesso, proprio mentre accudiva i figli che le erano stati affidati, magari durante passeggiate e soste ai giardinetti.

Una figura misteriosa, Vivian, ma solo perché conduceva un’esistenza solitaria. Addirittura si arrivò a ipotizzare che potesse essere una spia. La sua storia, e tutte le fotografie, sono visibili anche su un sito internet, creato da quello stesso Maloof che “scoprì” l’artista: http://www.vivianmaier.com/.

Una fotografa contemporanea e alla quale si stanno ispirando moltissimi fotografi professionisti o dilettanti. E la vicinanza alla mostra di Elloit Erwitt, allestita nel Sottoporticato, offre la possibilità di un interessantissimo confronto tra due diversi modi di guardare l’America.

vivian maier

Info. Gli orari di visita sono da martedì a domenica dalle 10 alle 19. Il biglietto costa 10 euro (8 il ridotto, 12 l’open che consente di visitare anche Erwitt). Informazioni a questo sito, o a quello di palazzoducale.genova.it

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