Verso il processo

Spese pazze, gli avvocati dei politici indagati ricusano il giudice

E quindi la decisione sul rinvio a giudizio o sul proscioglimento dei 13 consiglieri regionale viene rinviata a metà luglio

tribunale di genova

Genova. La decisione del giudice sul rinvio a giudizio o sul proscioglimento dei 13 politici della Regione Liguria finiti sotto inchiesta per le cosiddette spese pazze avvenute tra il 2008 e il 2010 slitta al 17 luglio. Il rinvio deciso dalla ricusazione del Gup Nadria Magrini da parte degli avvocati degli indagati che hanno sottolineato l’incompatibilità in quanto “aveva emesso in veste di Gip un decreto preventivo entrando di fatto nel merito dell’indagine”.

A confermare l’istanza presentata dagli indagati e’ l’avvocato Enrico Scopesi difensore di Fabio Broglia.

Il pubblico ministero Massimo Terrile titolare dell’indagine sui 13 politici, in vista della decisione che avrebbe dovuto adottare oggi il Gup, aveva disposto i sequestri di beni mobili e immobili dei 12 dei 13 indagati. I reati contestati, a vario titolo, sono peculato e falso.

I politici sia di centrodestra sia di centrosinistra per cui il pm chiede il processo sono Sandro Biasotti, l’unico per il quale non sono scattati i sequestri perché ha restituito la somma contestata, Tirreno Bianchi (80.010 euro), Nicola Abbundo (63.536), Angelo Barbero (27.527), Fabio Broglia (114.547), Francesco Bruzzone (77.382), Giovanni Macchiavello (74.461), Matteo Marcenaro (53.622), Rosario Monteleone (100.001), Carmen Patrizia Muratore (60.683), Luigi Patrone (87.137), Giovanni Battista Pittaluga (92.861) e Franco Rocca (35.368).

Il leghista Bruzzone è l’unico ancora in carica in Regione come presidente del consiglio regionale.

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