Genova. Quando genova24.it ha chiesto agli staff dei due candidati sindaco come fossero organizzate le campagne di invio di sms agli elettori in vista del ballottaggio di domenica 25 giugno, dal quartier generale di Marco Bucci avevano inizialmente definito il massiccio impiego di messaggi promozionali un’iniziativa in cui “non c’entravano nulla”, forse l’azione “intrapresa in autonomia da qualche singolo supporter”.
In tarda serata, però, l’ufficio stampa del candidato di centrodestra esce con un comunicato più circostanziato. “Confermiamo una totale estraneità a tale campagna. Fin da subito abbiamo segnalato la questione a tutte le autorità affinché possano avviare le indagini del caso e ci riserviamo di agire come parte lesa nelle opportune competenti sedi“. Perché questa improvvisa cautela?
Perché alcune delle persone che hanno ricevuto il messaggio ““Genova Superba con Bucci Sindaco sarà Meravigliosa! Scegli la discontinuità come segno di cambiamento” da numeri privati – come 320.2041223 o 3897656466 – hanno affermato che il messaggio stesso gli sarebbe stato addebitato, per una cifra di 26 centesimi. Una delle vittime si “sfoga” anche sulla pagina Facebook di Marco Bucci per Genova.
Sulla veridicità della cosa indagherà, se lo riterrà opportuno, la Polizia Postale. Certo, se l’invio di sms promozionali è legale (anche se non propriamente gradito, solitamente, a chi li riceve) in base alla normativa sulla Privacy (almeno nella misura in cui i messaggi siano inviati a persone che abbiamo dato il consenso, in qualche occasione, al trattamento dei lori dati), sembra davvero inverosimile che un messaggio di pubblicità possa essere addirittura scalato dal credito.
Resta il fatto che lo staff di Marco Bucci si sta muovendo per prendere il mano la situazione e capire cosa possa essere accaduto e l’ipotesi truffa non sarebbe affatto esclusa.
Come funziona. Ma perché arrivano questi messaggi? Anche se non abbiamo mai fornito i nostri numeri a un determinato partito o gruppo politico? Esistono società specializzate nella comunicazione integrata che acquistano da altre società banche dati contenenti dati personali, tra cui i numeri di telefono, di cittadini che, in diverse occasioni, abbiano dato il proprio consenso al trattamento dei propri dati. Avete presente quando fate un acquisto on line, partecipate a un concorso a premi, noleggiate un mezzo o vi iscrivete a un servizio? In fondo al contratto ci sono due crocette da barrare: una è relativa all’erogazione di informazioni base legate al servizio in sé, l’altra è più genericamente relativa alla possibilità dell’invio di comunicazioni promozionali. Chi barra quella crocetta si espone all’invio di pubblicità di ogni tipo. La pratica è permessa dalla normativa nazionale vigente sulla Privacy, aggiornamento del 2013.
Cosa non si può fare, invece. Utilizzare per l’invio di comunicazioni di campagna elettorale dati contenuti nell’archivio dello stato civile, nell’anagrafe, né tantomeno gli elenchi telefonici. Nel 2016 il Garante della Privacy ha scritto che un candidato non può usare, inoltre, a fini di propaganda elettorale i dati personali in suo possesso per ragioni istituzionali.
Da questo punto di vista Gianni Crivello, o il responsabile della sua campagna elettorale, potrebbe essere sanzionato per avere inviato dalla mail gianni.crivello@gmail.com l’invito a un incontro di campagna elettorale a tutti gli indirizzi mail dei dipendenti del Comune di Genova.
SMS e telefonate del PD però sono in regola. Anche il PdGenova ha inviato, nelle ultime ore, circa 5000 sms: “Domenica fai vincere Genova: ogni voto farà la differenza per non lasciare la città alle destre. Vai a votare. Hai tempo dalle 7 alle 23. Vota Crivello Sindaco”. “Abbiamo inviato sms soltanto a chi ha votato alle Primarie – dicono dal quartier generale del candidato, in via Caffaro – inoltre abbiamo, con lo stesso metodo, effettuato telefonate ai numeri fissi in nostro possesso”.