Città poco accessibile

Sedia a rotelle e bastone bianco, i candidati alla prova delle barriere architettoniche fotogallery

Un faccia a faccia "a ostacoli" quello predisposto dalla Consulta handicap del Comune di Genova

Genova. Un percorso “a ostacoli” tra pendenze dell’8%, scalini di 2,5 cm, corrimani spesso inesistenti, prima con una sedia a rotelle, poi con il bastone bianco e a occhi bendati e, infine, simulando la sordità. Sono le prove che la Consulta Handicap del Comune di Genova ha messo a punto per i due candidati al ballottaggio che hanno potuto capire, attraverso l’esperienza diretta, come dovrebbe essere, invece, una città libera da barriere architettoniche.

Anche perché la situazione attuale, sembra paradossale, rispettato le norme vigenti. “Gli ostacoli che abbiamo sperimentato oggi sono tutti tecnicamente a norma per le persone che si muovono in carrozzina – spiega Fabio Pienovi, segretario della Consulta – abbiamo predisposto un percorso che, in teoria, per la nostra legislazione è in regola. Ma quando diciamo che una rampa al 8% e difficilmente superabile, anche da una persona in condizioni fisiche ottimali, in carrozzina, lo possiamo dimostrare. E con questa iniziativa hanno fatto esperienza pratica anche i candidati che si sono resi conto delle nostre difficoltà”.

Il primo ad affrontare la città accessibile era stato, sabato, Marco Bucci, candidato del centrodestra. “Dobbiamo adattare la società civile alle esigenze di tutti per cui quando pensiamo che certe cose siano risolte in realtà non lo sono assolutamente. Il gradino di 2 centimetri e mezzo è una difficoltà enorme e queste barriere devono essere abbattute. Non è possibile che la norma accetti queste cose, secondo me dovrebbero sperimentare tutti questa esperienza prima di mettersi a fare legislatori o prima di mettersi a fare i progetti”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il candidato del centrosinistra, Gianni Crivello. “Questa è stata una prova incredibile – ha spiegato – e, qualche volta, quando i toni degli amici disabili e dei tecnici che con loro collaborano in maniera professionale e anche appassionata, possono apparire esasperanti sappiamo che si tratta di un disagio vero. Bisogna provare per credere e le barriere sono solo un aspetto per migliorare la qualità della vita. O si interviene con forza e determinazione oppure vuol dire che questa società ingiusta”.

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