Genova. Da una parte con il gruppo “Riprendiamoci Genova”, “Cantiere di idee” e il Civ del Carmine, dall’altra i residenti e il Civ di Sarzano, ma anche gli abitanti del quartiere della Maddalena, tutti uniti con un solo obiettivo, quello di combattere il degrado dei quartieri genovesi, partendo da quello che è uno dei simboli del degrado, le scritte che deturpano i muri.
“Se proviamo a cambiare il nostro sguardo, a vedere un palazzo o il luogo dove viviamo con occhi diversi, ci accorgiamo che sono parte della nostra identità – spiega Stefano Bruzzone, responsabile del “Cantiere di Idee del Carmine – sporcare una facciata con una scritta è come colpire un volto, è come un livido, una ferita, un taglio, una cicatrice. Non è l’arte dei graffit, non è Banksy, non è JR, non è AliCè, non è “street art ma – conclude – e’ solo un gesto che fa arrabbiare chi vive in quel luogo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda a Sarzano dove, come al Carmone, l’iniziativa è partita dal basso, dai cittadini che hanno deciso di rimboccarsi le maniche. Un bell’esempio di partecipazione per dare un segnale di una città che può e deve essere vivibile. Nel corso della giornata gli interventi hanno interessato una decina di edifici da piazza Sarzano fino al Teatro della Tosse.
Una scelto che ha unito cittadini e commercianti in uno sforzo comune. Al Carmine l’operazione è stata resa possibile grazie al supporto di “Color’s” con il titolare impegnato con sopralluoghi, tintometro, preparazione dei colori e sconto importante, mentre a Sarzana il colorificio Boero ha donato parte delle latte di colore e ne ha scontato le altre