Genova. “Il mondo del lavoro genovese dà il benvenuto al Santo Padre e lo ringrazia per averci voluto incontrare qui, in uno dei luoghi produttivi della città”. Inizia così il saluto che questa mattina Micaela Canu, lavoratrice di un’agenzia interinale, ha rivolto a Papa Francesco durante la sua visita all’interno dello stabilimento dell’Ilva di Genova.
“L’attenzione che il Santo Padre rivolge al mondo del lavoro è costante e quotidiana – ha detto la lavoratrice – e questo non può che confortarci e darci coraggio. La nostra città, al pari di molte altre nel nostro paese, è stata investita da una crisi economica le cui conseguenze sono pesanti per le donne e per gli uomini che lavorano. In molti hanno subito o stanno subendo la cassa integrazione, in molti hanno perso l’occupazione, troppi hanno ceduto al ricatto di un impiego con molti doveri e pochi diritti”.
“In questi anni di crisi si è perso il valore del lavoro, con conseguenze non ancora comprese a fondo. La mancanza di occupazione si traduce nell’impossibilità di realizzarsi personalmente, nell’impossibilità di costruirsi un futuro. Genova è tra le città più vecchie d’Italia, nascono pochi bambini e, per la prima volta da molti anni, anche gli stranieri abbandonano il nostro territorio. Con queste prospettive, Genova è destinata ad un lento ed inesorabile declino al quale non vogliamo rassegnarci. Ecco perché Santo Padre siamo felici che Lei oggi sia qui con noi e che con questa sua presenza ci permetta di riportare alla ribalta pubblica il valore sociale del lavoro”.
“Genova ha le potenzialità per riscattarsi: il porto, il turismo e la cultura, non ultima l’industria, che seppur lontana dalle dimensioni di qualche anno fa, rappresenta una punta di eccellenza nel panorama nazionale. Oggi di industria si parla nuovamente grazie alla quarta rivoluzione industriale o industria 4.0. Bene: il mondo del lavoro è pronto ad accettare nuove sfide produttive che portino benessere. La nostra preoccupazione è che questa nuova frontiera tecnologica e la ripresa economica e produttiva che prima o poi verrà, non portino con sé nuova occupazione di qualità, ma anzi, contribuirà nell’incrementare precarietà e disagio sociale. Oggi la vera rivoluzione invece sarebbe proprio quella di trasformare la parola ‘lavoro’ in una forma concreta di riscatto sociale”.
“Santo Padre la ringraziamo per il suo impegno, per la sua attenzione e per la sua disponibilità e siamo certi che porterà con sé queste nostre parole”.
Cgil, Cisl, Uil Genova e Liguria esprimono grande soddisfazione per l’incontro ricco di emozione ed empatia con il Santo Padre: “Cgil, Cisl e Uil di Genova e Liguria ringraziano il Santo Padre per il Suo impegno, per la Sua attenzione e per la Sua disponibilità – chiudono Ivano Bosco, Luca Maestripieri, Mario Ghini, segretari generali di Cgil, Cisl, Uil – Siamo certi che papa Francesco porterà con sé queste nostre parole”.