Genova. “Questo posto me lo sono voluto regalare per completare un’offerta e andare avanti con le cose che mi piace fare”. Ettore Masetti, papà dell’hamburgeria italiana di via Canneto il Lungo che tre anni fa ha aperto la strada a tante nuove iniziative di street food sulla rive gauche del centro storico racconta la nuova attività che ha appena avviato in vico dei Notari, a pochi metri dal Masetto.
Si chiama ‘La bottega del Masetto’ perché questo vuole essere: “una micro bottega con salumi e formaggi di qualità che non sono mai stati commercializzati a Genova ma che considero prodotti straordinari” racconta. Tra questi il salumificio Nonna Carli sul Turchino, i formaggi di capra della Cascina Dell’Isidora, e poi prodotti dal Trentino, dalla Sardegna e dalla Toscana. “E’ un target volutamente un po’ diverso dal Masetto – spiega – pensato per chi magari non ha voglia di fare la coda, ma vuole comprare prodotti da portare a casa, oppure farsi un panino con il salume o il formaggio a peso”.
Dopo tante chiusure una saracinesca si alza quindi ed è già una vittoria: la bottega è piccolissima (“per questo non abbiamo pensato a un’inaugurazione”) ma calda e accogliente e in comune con il Masetto ha non soltanto la qualità del prodotto ma anche l’atteggiamento aperto e mai scocciato del suo inventore e di tutta la squadra.
Oggi il Masetto, con la bottega appena aperta, dà lavoro a 11 persone di cui 6 a tempo pieno: “Tra loro ci sono un ragazzo bengalese, ex rifugiato che è arrivato con una borsa di studio e ora è stato assunto e la prossima settimana, sempre grazie a una borsa di studio arriverà un giovane del Gambia perché è vero che come commerciante sono contento che le cose vadano bene e io possa guadagnare ma sono ancora più contento di poter dare lavoro a chi faticava a trovarlo”.
Ma quanti panini fa il Masetto? Lui nicchia e tace sulla cifra: “Scrivi alcune migliaia al mese” dice sorridente ma la sua faccia la dice lunga.
Archeologo di formazione (“l’ho fatto per vent’anni” dice), Masetti ha lavorato nel settore ambiente, poi è andato in Piemonte a fare il cuoco, infine è tornato a casa per aprire uno dei locali più di successo del centro storico. Il segreto? “Non ho inventato niente – precisa – e non sono né un filantropo né un genio del commercio. Solo metto passione in quello che faccio e magari questo aiuta”.