Genova. Erano circa 400 gli ultras del Genoa che hanno sfilato in corteo in direzione dello stadio Ferraris poco prima della partita contro il Chievo Verona. Tra loro anche 12 tifosi al rientro, dopo essere stati colpiti, ormai 5 anni fa, da Daspo per i fatti di Genoa-Siena.
Tante bandiere, cori e fumogeni: è stata la risposta alle accuse avanzate nei giorni scorsi di fronte alla commissione Antimafia dal procuratore Cozzi, che aveva parlato “di nutrita presenza di pregiudicati ed esponenti della malavita nel tifo organizzato del Genoa calcio” e di “comportamenti che si avvicinano molto a quelle delle organizzazioni di tipo mafioso”. Ma anche l’ultimo saluto a Pietro Bottino, “Lo Squalo”, morto domenica scorsa in un incidente stradale dopo essere fuggito da un Rems all’interno del quale stava scontando una condanna per avere sparato a due tifosi.
“Dopo aver colpito altre tifoserie in Italia sono arrivate anche per la Gradinata Nord una serie di accuse di pura fantasia e totalmente false, ma che hanno radici chiare e che nascono dal fallimento delle politiche repressive all’interno degli stadi con il chiaro intento di proseguire l’opera di distruzione del movimento ultras”.