Servizi sociali

Genova, quasi raddoppiati i minori stranieri non accompagnati

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Foto d'archivio

Genova. “Mentre confermo che da parte dell’Amministrazione comunale sono stati assunti impegni concreti per cercare di mantenere l’adeguatezza dei Servizi Sociali, non posso tuttavia non rilevare che non si è tenuto conto in modo sostanziale dei molti e gravi cambiamenti sociali, economici e demografici che hanno caratterizzato sia la comunità dei cittadini nel suo complesso che il nostro territorio e che, invece, richiederebbero investimenti differenziati in relazione, da un lato, ai nuovi bisogni emergenti e, dall’altro, dalle nuove competenze affidate agli assistenti sociali e che sono state determinate da importanti innovazioni legislative ed istituzionali”.

Lo ha detto la Presidente del Consiglio regionale dell’Ordine degli assistenti sociali della Liguria, Paola
Cermelli, nel corso di una audizione alle commissioni riunite del Consiglio comunale di Genova.

“Tra le ultime innovazioni – ha detto ancora Cermelli – mi limito a citare il SIA (il Sostegno all’Inclusione
Attiva) ora trasformato in ReI (Reddito di Inclusione), la legge sulla continuità affettiva, la legge sui
minori stranieri non accompagnati, la legge sul Dopo di Noi e, a livello regionale, la Continuità assistenziale. A fronte di ciò non risultano modificate le dotazioni di personale e, in particolare per gli
Assistenti sociali – ma anche per altre figure professionali – non sono state attuate le previste
sostituzioni per maternità e le aspettative, né sono stati integrati i part time”.

Cermelli ha poi ricordato alcuni dei più significativi numeri che consentono di dimensionare l’impegno
che viene chiesto ai servizi sociali.

“Nel 2015 – ha detto – sono state 28.400 le persone assiste dai servizi sociali comunali, diventate 28.800
nel 2016; i minori da zero a diciassette anni erano 7600 nel 2015 diventati 7700 nel 2016. I minori e i
giovani fino a 21 anni con provvedimenti e segnalazioni all’autorità giudiziaria erano 3900 nel 2015
numero salito a 4150 l’anno successivo; 1600 quelli affidati ai servizi sociali. Impennata nel numero dei
minori stranieri non accompagnati: erano 400 nel 2015 e sono diventati 700 nel 2016, cui si sono
aggiunti quelli arrivati nei primi mesi del 2017. Vi sono poi gli interventi per la lotta alla povertà che
hanno visto accolte, da settembre 2016, 1200 domande di cui, però, solo il 23% , potrà trovare risposta
in osservanza ai requisiti previsti”.

“Sono numeri questi – ha detto ancora Cermelli – che testimoniano come, a fronte di un incremento di
domanda e di nuove competenze innovative e complesse, la situazione del personale e dell’organizzazione dei Servizi sociali non consenta, se non eccezionalmente, di sviluppare il lavoro di progettazione e di comunità, proprio della professione, che portano ad attività di prevenzione, promozione, riduzione del rischio e quindi, nel medio termine, consentono di ottenere, una riduzione dei costi di tipo ripartivo e del disagio sociale e, più in generale, un maggior benessere sociale”.

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