Genova. “Siamo disponibili a ritirare la querela per diffamazione nei confronti di Alessandro Di Battista, responsabile, a nostro avviso, di troppa superficialità nelle sue affermazioni, mentre per quanto riguarda Beppe Grillo, l’opzione amichevole resta possibile, ma aspettiamo ancora di essere contattati, così come stiamo facendo dal 17 marzo, giorno in cui la nostra lista è stata sospesa senza chiarimenti”.
Marika Cassimatis, la candidata sindaco del Movimento 5 Stelle, la cui vittoria alle “comunarie” è stata annullata per decisione di Beppe Grillo, fa il punto della situazione sia sul fronte della causa penale (quella doppia, per diffamazione, nei confronti di Di Battista e Grillo stesso) sia sul fronte del ricorso presentato al Tribunale civile contro le decisioni del leader.
Conferenza stampa nello scenario di scalinata Borghese, tra Albaro – dove Cassimatis vive – e la Foce. Alla domanda “Luca Pirondini deve candidarsi?”, l’insegnante di Sestri Ponente ha risposto: “Vedremo. Non credo sia possibile uno scenario con due candidati”.
Anche perché il marchio M5S, secondo Cassimatis, va a lei. Nonostante l’ordinanza del giudice non ne parli apertamente, è la stessa attivista che spiega: “Il marchio del Movimento è di proprietà di una società esterna, ed è attribuito per regolamento interno a chi vince le primarie, cioè a me”.
“Vorremmo chiarire anche che, di fatto, io e le altre due persone espulse dal M5S, Loredana Massone e Cristina Camisasso – continua la candidata – di fatto siamo ancora abilitate a utilizzare sia il blog, sia la piattaforma Rousseau, quindi di fatto resto iscritta”.
Silenzio sulle contromosse, intanto, sia dal blog di Beppe Grillo sia dal quartier generale ligure del M5S. Luca Pirondini ha disertato quello che avrebbe dovuto essere il primo faccia a faccia in tv con gli altri candidati, Gianni Crivello e Marco Bucci. Ancora un’incognita se i pentastellati faranno o meno ricorso in appello.