Arresto walter pardini

Il passaggio della tangente davanti al ristorante Manuelina: indagato anche un commercialista genovese fotogallery

La tangente faceva parte di una transazione da 20 milioni di euro che la SecurPol aveva deciso di fare a Genova

Genova. La tangente da 7.500 euro intascata ieri sera da Walter Pardini, fuori dal ristorante Manuelina di Recco faceva parte di una transazione che la SecurPol, società di vigilanza privata aveva non a caso deciso di effettuare a Genova e non nel Lazio del valore di 20 milioni di euro. Con Pardini ieri sera poco dopo le 23.30 sono stati arrestati anche due commercialisti campani e un avvocato (Massimo Alfano e Luigi Pelella e Francesco Canzano).

Indagato a piede libero anche un commercialista genovese di 57 anni, che avrebbe fatto da mediatore. Pardini, Alfano e Pelella sono difesi dall’avvocato Carlo Biondi.

La consegna del denaro è avvenuta in una busta bianca, davanti allo sguardo degli investigatori del Gico, coordinati dal colonnello Cintura. I militari si erano insospettiti quando avevano scoperto che la Securpol aveva da poco cambiato sede legale dal Lazio al capoluogo ligure, nonostante risultasse avere molte sedi operative sul territorio, fra cui alcune in Campania, ma nessuna a Genova. L’obiettivo secondo indiscrezioni sarebbe stato quello di risolvere in modo più favorevole il contenzioso con il fisco in cambio proprio della tangente.

Il rato ipotizzato dalla procura di Genova – l’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Massimo Terrile – è di corruzione propria. I quattro, che oggi, dopo le perquisizioni di questa mattina e gli atti di rito, saranno condotti nel carcere di Marassi. L’interrogatorio di garanzia a cura del gip Paola Faggioni è previsto per giovedì.

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