Appello

Pesca, Lega Nord: “Necessità di un’intesa”

pesca sportiva

Sestri Levante. “L’indirizzo che il Governo, a trazione PD, sta impostando volge allo scontro tra le categorie di pescatori interessati: Professionisti e Dilettanti. Sta facendo scalpore l’ultima azione degna di nota: la riesumazione della proposta inserita nel T.U. 338/2016 (art. 22-23), in votazione il prossimo 27 marzo, che prevede l’introduzione di una ‘Licenza di Pesca in mare a Pagamento per i pescatori non professionisti’; con iniqua ripartizione dei proventi
tra: Professionisti (60%), C.O.N.I. (10%), Controlli e vigilanza illeciti (Capitanerie di Porto)(30%); su cui la stessa F.I.P.S.A.S. (C.O.N.I.) ha espresso parere fermamente contrario”. Lo denuncia la Lega Nord Sestri Levante-Val Petronio.

“Troviamo ironico che, a detta dell’ex inquilino di Palazzo Chigi e dei suoi subalterni locali, per snellire-velocizzare il processo normativo fosse necessario distruggere la Costituzione con quella criminale riforma targata Boschi-Renzi-Verdini; quando invece l’introduzione della licenza in mare è portata a votazione in meno di un mese, 8 marzo – 27 marzo. Quando si tratta di ‘pescare’ nelle tasche degli Italiani il PD è velocissimo. Non crediamo che né all’interno del mondo della pesca sportiva né in quello della pesca professionale si voglia arrivare allo scontro di categoria; gli uni sono direttamente collegati agli altri: in termini di sfruttamento consapevole delle risorse che il mare offre e in
termini di mercato della domanda del pescato”, prosegue la nota.

“Si sente l’esigenza forte di una normativa separata e dedicata specificatamente ad ognuna delle due sfere, non trascurando i dati importanti che caratterizzano questi due mondi così profondamente legati. La recente manifestazione fieristica ‘Pescare Show’, forse la più importante del panorama italiano, ha visto l’ennesimo incremento a doppia cifra di visitatori (+14,5% – circa 15.000 totali) e di buyer esteri (aziende che vogliono commercializzare eccellenti prodotti Made in Italy), a testimonianza di come la pesca sportiva sia un mercato che, nonostante la crisi economica, voglia restare vivo e continui a crescere. L’indotto generato dalle sole aziende produttrici si attesta attorno ai 400 milioni di euro, dando lavoro a più di quindicimila addetti, senza contare le migliaia tra negozi specializzati e di articoli sportivi che trattano anche la pesca; un volano commerciale di tutto rispetto cui si rivolge circa un milione e seicentomila pescatori-consumatori”, dichiarano ancora gli esponenti della Lega.

Altrettanto notevoli sono i numeri che ruotano attorno alla Pesca Professionale: con 12.000 imbarcazioni la flotta italiana rappresenta il 14,6% di tutta la flotta Comunitaria. Il totale dei pescherecci nazionali produce quasi 200 mila tonnellate di pescato (3,57% del totale europeo) generando un fatturato in esportazione di più di cento milioni di euro e un consumo nazionale annuo di circa 170 euro pro capite (2,8 miliardi di euro in Italia la spesa 2015 nel complesso import-pescato interno, +4% rispetto al 2014).

“Di notevole rilevanza anche il calcolo dell’IVA generata dal movimento sportivo e confluente nelle casse dello Stato, che già da sè sarebbe in grado di dare copertura per iniziative a tutela della filiera ittica, lasciando l’eventuale riscossione di un’eventuale ‘Licenza ricreativa’ come fondo per iniziative volte alla salvaguardia dell’ambiente marino: aree protette, studi sulla salute della flora e fauna marina, acquisto e posa di strumenti di dissuasione per le reti a strascico in zone che già ne prevedono il divieto. L’attuazione della legge 154/2016 sulla Pesca ha già provocato un legittimo malcontento tra i professionisti e scatenato giuste manifestazioni di dissenso a cui l’Assessore Regionale Stefano Mai ha preso parte”, prosegue la nota.

“Tra le novità più dolorose: la trasformazione da penale ad amministrativa delle sanzioni da comminare ai soggetti sorpresi a commettere illeciti in merito a misure e quantità di pescato, non tenendo minimamente conto dell’imprevedibilità delle prede e del loro possibile quanto non voluto decesso durante l’azione di pesca; con ripercussioni economiche in grado di minare l’esistenza stessa delle ditte coinvolte. Il gruppo Lega Nord Sestri Levante – Val Petronio sente sua la battaglia per garantire il lavoro e la tutela dei diritti dei cittadini, soprattutto in un settore fondamentale come quello della pesca; in un territorio, come è il nostro, che del mare e con la millenaria storia marinara ha vissuto e deve continuare a vivere. Auspichiamo che la votazione programmata per il 27 Marzo 2017 sia rimandata, in attesa che si possa aprire una trattativa partecipata tra Ministero, Associazioni di categoria della pesca Professionale, Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subaquee, Enti preposti alla tutela al rispetto delle norme che governano le nostre splendide acque. Una discussione che abbia come punto cardine la tutela dell’ambiente e di chi lo vive, sia per lavoro che per diletto, e che porti finalmente ad una regolamentazione che possa far coesistere l’esigenza di crescita e sviluppo economico con quella di tutela delle tradizioni marinare che da secoli caratterizzano il nostro Paese e la Liguria e il Tigullio in particolare”, terminano.

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